Impronte ai Rom ed educazione: la coerenza non c’è

Una domanda che si sono posti anche diversi scrittori per l'infanzia italiani, riflettendo come tale misura complichi un aspetto essenziale della loro missione: "Proporre ai nostri piccoli lettori testi che parlano di solidarietà, di incontro tra i popoli, o narrano violenze e prevaricazioni subite dai loro coetanei come se fossero accadute nel passato e non potessero ripetersi mai più". Una questione di coerenza mancata, che rischia di danneggiare ancora di più il dialogo tra le generazioni, se non addirittura di farlo capitolare.


In termini di responsabilità sociale e professionale, la riflessione degli scrittori si traduce in un'iniziativa che, timidamente partita dal web, inizia a farsi largo nei media, con una lettera appello che di recente è circolata, e che trascriviamo per consentirne una diffusione più ampia.

NO ALLA SCHEDATURA DEI BAMBINI ROM

"Questa lettera aperta, proposta dalla scrittrice Vanna Cercenà, è stata sottoscritta da numerosi altri scrittori e inviata agli organi di informazione.

Come autori di libri per bambini e ragazzi esprimiamo una forte preoccupazione per le iniziative assunte recentemente dal Ministero dell’Interno di usare come metodo di identificazione per i minori Rom la schedatura delle impronte digitali.


Troppo spesso, nel documentarci per scrivere le nostre storie, abbiamo incontrato leggi che “per il bene” di bambini emarginati e senza voce in capitolo, hanno di fatto sancito ingiustizie e discriminazioni. Se vogliamo far sì che i piccoli Rom non vivano fra i topi, cerchiamo di integrarli con le loro famiglie, di mandarli a scuola, di toglierli da situazioni di degrado, invece di fare le barricate quando si tenta di sistemarli in situazioni più dignitose.


Qualora questa misura fosse effettivamente attuata, violando a nostro parere i principi che regolano la convivenza civile come la Costituzione, la Convenzione sui Diritti dell'Infanzia approvata dalle Nazioni Unite nel 1989 e ratificata dall’Italia nel 1991, non potremmo fare a meno di provare un forte senso di disagio nel proporre ai nostri piccoli lettori testi che parlano di solidarietà, di incontro fra i popoli o narrano di violenze e prevaricazioni subite dai loro coetanei come se fossero accadute nel passato e non potessero ripetersi mai più.

Non vorremmo appartenere a uno Stato che un giorno debba chiedere scusa alle sue minoranze."


FIRMATARI: Vanna Cercenà, Emanuela Nava, Dino Ticli, Moony Witcher, Pietro Formentini, Lodovica Cima, Walter Fochesato, Alberto Melis, Franco Enna, Roberta Grazzani, Janna Carioli, Angelo Petrosino, Francesco D’Adamo, Luisa Mattia, Emanuela Bussolati, Arianna Papini, Guido Sgardoli, Roberto Denti, Giusi Quarenghi, Angela Nanetti, Antoni Arca, Stefano Bordiglioni, Aquilino, Bruno Tognolini, Roberto Piumini, Maria Rosa Vismara.

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