Iran -La resistenza è donna

 

LA PRIMAVERA DEL POPOLO IRANIANO.
SARÀ UNA DONNA IL FUTURO LEADER DEMOCRATICO DELL’IRAN?
 
L’entusiasmo è alle stelle quando Maryam Rajavi, leader del Consiglio Nazionale della Resistenza Iraniana in esilio, fa il suo ingresso nell’enorme padiglione del Parc des Expositions in località Villepinte, a Parigi, in occasione della grande manifestazione annuale a sostegno del popolo iraniano, iniziativa che se da un lato viene indetta per ricordare le sofferenze dei martiri, dei prigionieri politici e delle donne perseguitate da un regime strumentalmente misogino, dall’altro vuole sollecitare l’opinione pubblica e gli organismi internazionali a sostenere il ripristino della democrazia ed il rispetto dei diritti in Iran. Ai consueti episodi repressivi e discriminatori operati dai mullah, si aggiunge oggi la rabbia e lo sconcerto per le elezioni di pochi giorni fa, che sarebbero state fortemente manipolate, secondo fonti interne, per assicurare la riconferma del premier Ahmadi Nejad e del suo partito, disposto a tutto per mantenere lo status quo. Il rullare dei tamburi e la ripetizione ritmata di slogan inneggianti al cambiamento, che scandiscono il nome di Maryam e quello della resistente città di Ashraf, trascinano i presenti in uno stato di tensione crescente, simile a quello di un’attesa messianica: si contano all’incirca 80/100 mila persone giunte da ogni parte del mondo al raduno di Villepinte, intere famiglie si sono spostate con centinaia di pullman, treni, aerei per essere qui in questo giorno a gridare il desiderio di una libertà per anni vilipesa e tradita, di una rivoluzione sognata e repressa, a rinnovare la passione e la speranza in una nuova primavera. “Il voto di questi giorni ha mostrato il vero desiderio del popolo iraniano ma la mascherata elettorale ha riconfermato il volto dei mullah, che da anni saccheggiano il nostro Paese - afferma Maryam, con una voce che vibra d’indignazione ma non trema certo di fronte alla verità dei fatti - Questa è la lezione che ci dà oggi la storia: le menzogne e l’illegittimità dei mullah sono sotto gli occhi di tutti, anche di quei paesi che li hanno sostenuti per troppi anni. Ma la resistenza è più forte che mai, del regime non resta che un simulacro, noi chiediamo a gran voce la terza via, il ripristino della democrazia, della parità per le donne discriminate, della possibilità che esse accedano ai posti di potere e siano libere di lavorare e vestirsi come vogliono. Non c’è più spazio per queste bande di lupi, che depredano il nostro Paese. Dobbiamo ottenere che l’UE, come ha già fatto la Gran Bretagna, ci riconosca come associazione di diritto e di pace, non come un’organizzazione terroristica”. Mentre Maryam, con grande coraggio e determinazione, scandisce parole di fuoco alla presenza della stampa di tutto il mondo, i maxi schermi rimandano in diretta le drammatiche immagini degli scontri di Teheran, presagio di sofferenza e certezza di lunghe lotte che attendono il popolo iraniano prima della liberazione. Tantissime le donne presenti, dalle organizzatrici iraniane, alle associazioni di donne di tutto il mondo intervenute a sostegno dell’evento: dall’Italia l’Associazione Donne Democratiche Iraniane, la Casa Internazionale delle Donne, l’AFFI, le Riviste Noidonne e Pianeta Donna. “Siamo giunti alla nuova Primavera dell’Iran, voi vi siete alzati vi siete opposti al regime - conclude Maryam - il destino vi sta cercando, la libertà ci aspetta, il futuro è nelle nostre mani”. Se così sarà, ed il nostro sostegno a tale evento è pieno ed incondizionato, ci auguriamo che sia proprio questa donna (eletta dal Parlamento in esilio come futuro presidente della repubblica per il periodo transitorio dopo la caduta dei mullah), in rappresentanza di tutte le sorelle iraniane e non solo, a sventolare quel giorno la bandiera di un Paese libero.
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