Fuori il "bunga-bunga" dal governo del paese

 

E mentre Gianfranco Fini invitava sè stesso e Berlusconi a dimissioni volte a consentire una nuova scelta popolare, la replica di Arcore era sempre... 'il due di picche'. Ovvero non mollare neanche di un millimetro le posizioni che si è riusciti a guadagnare. E le poltrone. Questo, mentre il mondo del lavoro, con Susanna Camusso neoleader della CGIL, chiedeva per donne e uomini la possibilità di partecipare a pieno titolo alla vita del paese, senza essere ridotti solo a meri spettatori. E mentre dalle istituzioni, attraverso la Gelmini, giungeva la miope considerazione che in piazza vi fossero solo poche sfigate politicizzate. Ebbene IO NON CI STO! E come Suor Eugenia Bonetti, dico che in quelle piazze d'Italia e del mondo c'era la gente vera, quella ancora capace di pensare, di vedere oltre il lustrino, di ascoltare al di sopra della caciara e della gazzarra che da anni, quasi dappertutto nella vita e nella 'cosa' pubblica siamo stati costretti a sopportare. Siamo tutte e tutti "responsabili del disagio umano e sociale del paese", e "dobbiamo assumerci le nostre responsabilità, a partire dalle autorità civili e religiose, dal mondo maschile e maschilista che non si mette mai in discussione", per tornare a "riappropriarci dei valori sui quali si basa il bene comune".


Ben venga lo scorrere delle cose quotidiane e la festa del Festival di Sanremo, e ben venga quel Gianni Morandi che invece in piazza il 13 febbraio avrebbe voluto andare, perchè, tra opposti e contrapposti, è giunto il tempo di guardare alle cause, piuttosto che agli effetti, se vogliamo veramente riprenderci, come donne, e come persone, la dignità ed il rispetto che questo paese ci deve. Che non siano allora i festini hard ad Arcore o nelle mille case private o "chiuse" a determinare il criterio di selezione della classe politica femminile, che non sia il soldo ad attirare i numeri per governare, che non sia il mercimonio a prevalere. Si torni al valore del merito, degli studi, dei titoli acquisiti nelle scuole, nelle università, o sul campo, con le persone, e che l'Italia torni a scegliere la forza della dignità che si trova nella promozione della cultura, di quella cultura, per dirla con delle donne dal palco di Roma che"in Italia è molto forte, ma, come le donne, per farsi sentire deve molto combattere". Insomma FUORI il berlusconismo fatto dell'immaginario del bagaglino, e FUORI il "bunga-bunga" dal governo del paese. Adesso: se non ora, quando?

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