Stress da lavoro: parlano lavoratrici e lavoratori europei

Fra questi, il 15% ritiene che sia gestito in modo "del tutto inadeguato". In tutta l’area comunitaria si evidenzia un nesso tra la percentuale di lavoratori che considerano lo stress correlato al lavoro un fenomeno comune nel proprio ambiente di lavoro e coloro che ritengono che lo stress da lavoro non sia controllato adeguatamente: sette lavoratori su dieci (72%) che dichiarano che lo stress al lavoro è raro nel proprio ambiente di lavoro affermano che questo è controllato in modo adeguato; al contrario, sei lavoratori su dieci (58%) che sostengono che lo stress da attività lavorativa è comune nel proprio ambiente di lavoro, ritengono anche che questo non sia controllato adeguatamente. 

La causa più comune dello stress da lavoro in Europa è individuata nella precarietà dell'impiego e nella riorganizzazione del posto di lavoro (72%), seguite dalle ore e dal carico di lavoro (66%). Tuttavia, fra i lavoratori più giovani di età compresa tra 18 e 34 anni, queste due cause costituiscono la percentuale più elevata (entrambe infatti al 69%). Inoltre, gli operatori sociosanitari sono più orientati, rispetto alla media, a ricondurre lo stress alle ore e/o al carico di lavoro (77%). I lavoratori tendono maggiormente a citare la precarietà dell'impiego e la riorganizzazione del posto di lavoro come causa percepita dello stress lavoro collegato, nei paesi con un debito pubblico più elevato; infatti in quei paesi con debito superiore al 90% del PIL, il 73% dei lavoratori considera tali cause comuni, mentre nei paesi con un debito pari o inferiore al 60% del PIL la percentuale scende al 66% [1].

Infine comportamenti intollerabili come il bullismo o le molestie, ivi compreso la nuova frontiera delle cyber-molestie, sono percepiti come una causa frequente di stress da lavoro da ben sei lavoratori su dieci (59%). Un minor numero di lavoratori cita tra le cause comuni di stress il mancato sostegno da parte di colleghi o superiori (57%), la mancanza di chiarezza sui ruoli e le responsabilità (52%) o le scarse opportunità di gestire i modelli di lavoro (46%).

NOTA [1] Debito pubblico in % del PIL; dati tratti da Eurostat, secondo trimestre 2012. I paesi con un debito pubblico oltre il 90% del PIL sono Grecia, Italia, Belgio, Irlanda, Portogallo, Francia e Islanda. I paesi con un debito pubblico pari o inferiore al 60% del PIL sono Polonia, Finlandia, Lettonia, Danimarca, Slovacchia, Svezia, Repubblica ceca, Lituania, Slovenia, Romania, Lussemburgo, Bulgaria, Estonia, Svizzera, Liechtenstein e Norvegia.

 Fonte: https://osha.europa.eu/en/safety-health-in-figures/eu-poll-slides-2013/package-eu27.pptx

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