Visto per voi: Donne pastore, un servizio di Rai2

Donne sul pulpito che non "stonano" perchè quello che conta è lo spirito. E poi anche la Bibbia rimanda un messaggio di non discriminazione. Uno sforzo di modernizzazione, che alla fine trova i fedeli più che soddisfatti dopo inizi dubbiosi per una professione ritenuta maschile per il portato morale. Le donne pastore hanno dimostrato "sul campo" di saper portare avanti senza differenze una professione che anche per le sensibilità diversa, invita ad un confronto sereno.

Comunità religiose che con il tempo sono maturate come quella Battista di Roma che oggi ha una pastora -Silvia Rapisarda- che opera a Centocelle. La diffidenza -spiega- nasce dal timore che la donna "non abbia un pensiero forte o che non lo sappia affermare" e che sia meno capace di un uomo dal punto di vista organizzativo, con una minore capacità di rappresentanza della comunità verso l'esterno.

Le donne pastore devono dimostrare più dei colleghi uomini di essere affidabili.Molte presenze femminili che in qualche modo hanno cambiato il volto del pastorato. Cristina Arcidiacono è da 2 anni pastora battista a Torino, ha una bambina piccola e molto da conciliare.

Una chiesa partecipata e ripensata con categorie, quella di Valdesi, Battisti, e Protestanti: più umanizzato e più differenziato, il pastorato al femminile parla la lingua "dei lavori in corso" nel nostro paese, ma non per questo si può dire -forte dei suoi 40 anni- in semplice fase sperimentale.

© 2020 www.power-gender.org
Power&Gender Testata giornalistica online Gestione semplificata ai sensi del'Art. 3bis, Legge 103/2012 Direttrice responsabile: Eva Panitteri