Anoressia: si muore anche se esiste una cura

SALUTE DONNA - Ilaria, 27 anni, romana, muore di anoressia. “Pesava 37-38 chili, era malata da 10 anni e non ha mai voluto curarsi”, ricorda il padre. “E’ diventata una epidemia, io consiglio alle ragazze di volersi bene” dice madre. Ilaria era bella, aveva una laurea, voleva fare la modella. Come tante -troppe- ragazze per l'anoressia ha perso la vita invece di viverla. Un problema che in Italia riguarda circa il 2% della popolazione femminile, giovani donne e giovanissime nel 90% dei casi.

 

Anoressia è il rifiuto del cibo e bulimia -il suo contrario- è un nutrirsi quasi ossessivo. L’anoressia, la bulimia e i disordini alimentari sono malattie gravi, di origine psicologica(Fonte ABA www.bulimianoressia.it ).

 

Una questione all’ordine del giorno che non rappresenta solo un’emergenza medica, quanto un vero e proprio problema sociale. Il rapporto con il cibo a livello profondo rappresenta la relazione con quanto ci circonda, dove il valore del nutrirsi, spogliato dalla funzione fisica di alimentazione, dimentica il corpo per diventare la voce di un disagio dell’ anima.

 

Complicato? Complesso piuttosto, visto che la questione è prevalentemente un problema al femminile. Certamente un segno di disequilibrio dove l’autoprivazione del cibo esprime "una richiesta d’aiuto non verbalizzata. La letteratura clinica riporta con grande frequenza una genesi dovuta ad un vissuto traumatico"(ABA). Una violenza, una perdita, un grande stress...

Nella ragazza il più delle volte si manifesta in adolescenza, con la difficoltà di riconoscersi nel proprio corpo che cambia. I modelli di donna offerti dalla società contemporanea, inoltre, non fanno che peggiorare la situazione.

Casi limite quelli delle modelle che si privano del cibo per raggiungere la famigerata “taglia 38” tanto cara alla moda? Di certo sono i casi più noti, come quelli delle due sorelle e modelle uruguaiane Luisel ed Eliana Ramos, alla ribalta delle cronache perché morte di anoressia (per attacco cardiaco) a distanza di pochi mesi l’una dall’altra. La prima, 22 anni il 2 agosto 2006 si accascia in passerella a Montevideo. La seconda sorella, 18 anni, viene trovata priva di vita dalla nonna nella sua casa. Come Ilaria.

In questo senso il mondo della moda sembra vivere un momento di riflessione sul problema, con stilisti ed addetti ai lavori che stanno affrontando la questione anoressia dal punto di vista dell’etica professionale.

Zapatero, capo del Governo Spagnolo, ha messo al bando la taglia 38. Napolitano, Presidente Italiano, ha premiato la taglia 44 nominando Cavaliere della Repubblica la stilista Elena Miroglio, creatrice della linea di moda Mirò "per aver valorizzato e diffuso le taglie comode ed aver così contribuito al tentativo di emanci­pare le donne da un modello esteti­co costrittivo".

Ma cosa si fa per quelle ragazze che non sono modelle e che vivono lo stesso disagio? Esitono strutture pubbliche e private che orientano i familiari e si prendono cura delle ragazze. Esistono siti internet che fanno informazione. Esiste una sensibilità sociale che al Presidente Napolitano ha fatto affermare: “tra le costrizio­ni minori ma non per questo poco fa­stidiose a cui le don­ne sono sottoposte c'è anche la richiesta di un'eterna snellez­za e giovinezza”.

Un primo passo verso un cambiamento di direzione consiste nel rifiutare in modo chiaro la dittatura culturale della magrezza ad ogni co­sto. Combattiamola con ogni strumento a disposizione. A partire dell’informazione.

 

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