CONVEGNO Donne, Scienza, Stem, ICT

CONVEGNI (Trento) - “Le questioni di genere sottese alla politica della ricerca, alle interconnessioni tra scienza e società, al ruolo della comunicazione scientifica, ai cambiamenti strutturali nelle istituzioni scientifiche e all’innovazione” sono, al centro del convegno “Scienza, genere e società: a che punto siamo?” che si svolge Trento dal 12 al 14 novembre. Ma per capire davvero a che punto siano le donne nel settore, immergiamoci nelle considerazioni della D.ssa Emma Pietrafesa, che interverrà al convegno proprio per fare chiarezza sull’argomento.

«La domanda di lavoratori specializzati nel settore dell'informazione e della comunicazione è in costante crescita. Come mai allora il divario di genere (quella distanza tra scienza e tecnologia e donne) è ancora così evidente? Analizzando gli scoreboard europei le donne nell’ICT rappresentano solo il 30% della forza. Uno studio della Commissione europea stima che attraverso un'inversione di tendenza e una percentuale femminile nel comparto digitale pari a quella maschile, il PIL europeo registrerebbe un incremento di circa 9 miliardi di euro l'anno.

I fattori che impediscono alle donne di essere protagoniste alla pari nel digitale sono molteplici: tradizioni culturali e stereotipi sul ruolo delle donne; barriere interne come i fattori socio-psicologici; barriere esterne come un ambiente a forte predominanza maschile, difficoltà di conciliare vita e attività lavorativa e mancanza di modelli di riferimento nel settore. Ancora troppe poche donne (solo 29 su 1000) conseguono un diploma universitario di primo livello in ICT e di queste solo 4 su 1000 lavorano effettivamente nel comparto; le donne tendono ad abbandonare il settore a metà carriera e sono sottorappresentate nelle posizioni manageriali: solo il 19,2% degli addetti settore ICT ha un capo donna, contro il 45,2% in altri settori. Quando si parla di divario digitale deve essere considerato non solo la componente infrastrutturale e/o geografica ma anche sociale introducendo la variabile dell’età. Se fino ai 34 anni di età le differenze di genere risultano contenute, queste si accentuano a partire dal cluster 45-54 anni per raggiungere un picco pari quasi al 15% nella fascia d’età tra i 60- 64 anni. Sebbene negli ultimi anni si è assistito ad un trend di crescita positivo della presenza delle donne in rete, il settore digitale impiega solo il 20% di professioniste trentenni con titolo di studio nelle ICT, percentuale che scende al 9% per le donne oltre i 45 anni. Appare quindi non sufficiente interrogarsi sul “quante sono on line” ma sul “come sono online”, ovvero sulla padronanza e consapevolezza posseduta rispetto alle tecnologie. Occorre un ripensamento delle modalità di comunicazione, formazione e condivisione dei saperi legati alle tecnologie e alla scienza più in generale. Nuove modalità di informazione e coinvolgimento che la rete Wister sta mettendo in campo con l’obiettivo di abbattere il divide esistente.»

Emma Pietrafesa (Dr (Ph.D.) Ricercatrice, comunicatrice, esperta in Relazioni internazionali, comunicazione e managment pubblico. Cultrice della materia (Università LUMSA), Ricercatrice a contratto non strutturata (INAIL Settore Ricerca). Focus attività di ricerca su impatto ICT e stili di vita, social media, cyberharassment e tematiche di genere. Responsabile del coordinamento editoriale Rivista RES PUBLICA (LUMSA). Collabora con testata giornalistica online di settore Power-gender.org. Socia dell’Associazione italiana della comunicazione pubblica e istituzionale. Componente del Direttivo dell'Associazione Stati generali dell’Innovazione. Ha al suo attivo (italiano, francese ed inglese) una trentina di pubblicazioni di vario genere.

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