FESTE proteggere la tavola dal falso Made in Italy

CIBO & SAPORI - Natale si avvicina ed è questo il periodo dell’anno in cui cresce la possibilità d’incappare in frodi alimentari predisposte ad arte. Offerte speciali e prezzi tanto bassi da sembrare occasioni imperdibili dovrebbero far suonare fortissimo tutti i campanelli d’allarme! I dati* parlano chiaro: esistono consumatori e consumatrici propensi a spendere di più per garantirsi prodotti di qualità. Così le mafie di settore hanno fatto registrare, solo nel 2018, un balzo in avanti del 12,4% delle fordi alimentari.

Nel settore vitivinicolo, dove s’intercetta la maggior parte della clientela più esigente e danarosa, solo nel 2017 sono state sequestrate 150mila bottiglie falsamente etichettate DOC e/o IGT. Tra le truffe più clamorose sventate dai NAS nel 2018, quella del Prosecco spacciato per “product of Italy” ma ottenuto da uve bulgare. Non stupisca l’aggressione delle mafie del falso ai prodotti del Made in Italy eno-agroalimentare: secondo il 31° Rapporto Italia di Eurispes il vino è percepito tra i «beni di consumo complessi e multidimensionali che all’alimentazione associano aspetti edonistici e culturali, elementi di connotazione socio-culturale ed occasioni di conoscenza e di status sociale». Bersaglio perfetto per facili guadagni da proventi illeciti di sofisticazioni e falsificazioni.

Ma questa realtà non risparmia affatto gli altri settori dell’agro-alimentare dove, accanto alle truffe vere e proprie, abbondano anche piccole furbizie e massimi inganni. Né è un esempio l’olio d’oliva, che soprattutto nei periodi delle feste si trova in vendita a prezzi stracciati in molti supermercati. Oli e bottiglie dove troppo spesso di italiano o di extravergine c’è poco o nulla sebbene il nome richiami un marchio italiano (a volte anche noto). Il punto è che se in etichetta si legge che quell’olio è “ottenuto da oli d’oliva originari dell’Unione Europea e non”, dove quel NON significa ad esempio Marocco o Tunisia, non ci stanno e-s-a-t-t-a-m-e-n-t-e truffando, ma stiamo comunque acquistando qualcosa che nulla ha a che vedere con la famosa qualità italiana per la quale siamo apprezzati e noti nel mondo. Ben leggendo l’etichetta tuttavia possiamo perlomeno evitare di cadere in equivoco.

Quando al ristorante ci porteranno in tavola ancora una volta una vecchia oliera o una bottiglia senza tappo anti rabbocco (vietati da anni), qualche domanda potremo seriamente iniziare a porcela. Se poi ordinassimo anche una mozzarella, dovremmo essere consapevoli che c’è quella che viene solamente ‘fatta’ nella regione di provenienza, ma spesso è realizzata con latte e/o cagliata comprati in Germania o Polonia (dove le materie prime pare costino meno). Sotto le feste, più che in altri periodi, corriamo insomma il rischio di consumare prodotti che non potranno mai esprimere i tipici sapori di un territorio né presentare le garanzie dei prodotti ottenuti con materie prime italiane e certificate, soggette ai severi controlli sanitari e di qualità previsti dalle leggi del nostro paese.

Se queste furbizie e truffe vanno a danno dei produttori corretti e regalano guadagni a mafie e truffatori, quanto amare potranno mai essere queste feste? Fortunatamente spesso abbiamo la possibilità di scegliere, una possibilità che ci garantiamo ogni qualvolta facciamo domande ed ogni volta che prima dell’acquisto dedichiamo tempo a leggere le etichette. Tempo investito per la salvaguardia del gusto, della cultura italiana del cibo di qualità, della nostra salute e, non da ultimo, del valore più intrinseco delle Feste, del convivio e del denaro che investiamo nella nostra spesa.

*Sesto Rapporto Agromafie 2018 elaborato da Eurispes, Coldiretti e Osservatorio sulla criminalità

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