CLIMA: sviluppo sostenibile è superare le disparità

CIBO&CLIMA - Si stanno svolgendo a Madrid i lavori del summit mondiale sul clima, la conferenza Cop25 delle nazioni aderenti alla convenzione Onu per l’abbandono dei combustibili fossili. Al vertice anche la giovane attivista Greta Thunberg. Al termine, il 13 dicembre, il Green New Deal Europeo che prevede investimenti in tecnologie e posti di lavoro “verdi” riuscirà ad imprimere all'economia del mondo una virata verso uno sviluppo più sostenibile? Avverte l'Onu: gli effetti del cambiamento climatico, specialmente degli eventi meteorologici estremi, hanno conseguenze dai costi elevati. Le catastrofi climatiche, dichiara Oxfam, sono la ragione principale delle migrazioni per motivi economici: sono oltre 20 milioni l'anno le persone costrette a lasciare le proprie case.

Oltre alla «netta disparità di responsabilità rispetto alla crisi climatica tra paesi ricchi e paesi poveri» nelle emissioni di CO2, non va dimenticato lo sbilanciamento dei rapporti nelle filiere agricole (caffè e cacao per citarne alcune) dove si «riflette la dilagante disparità economica e di genere che vediamo nell'economia mondiale nel suo insieme». Lavoratori e lavoratrici da un lato, in prima fila le donne, in condizioni di sfruttamento, schiavitù, povertà, malnutrizione e dall'altro le multinazionali del food che insieme alla GDO dettano legge sui prezzi raccogliendo enormi profitti. Certamente i problemi del clima e del mondo non si esauriscono in questi esempi e la sfida per agire il cambiamento è grandissima, ma la strada per passare dal circolo vizioso a quello virtuoso non è impossibile né solitaria. Lo dimostra l'attivismo, lo dimostrano le petizioni (AVAAZ) che aggregano milioni di persone ed i/le giovani dei Fridays for future. Servono ora azioni concrete dalla politica.

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