La grande evasione (fiscale)

"Indignato" così si è detto Montezemolo di fronte ad una platea di duecento imprenditori – la parte più produttiva del Paese- come essi stessi si autodefiniscono, ma evidentemente anche la parte più bisognosa di aiuto, in quanto incapace di produrre reddito a vantaggio di quello stesso Paese.


Fa impressione notare che in Italia, dove si producono auto e barche di lusso tra le più belle e costose al mondo, nel paese della moda e del Made in Italy , dei grandi vini e degli straordinari paesaggi da ammirare a caro prezzo, delle piccole isole incantate meta di un turismo esclusivo e straricco, delle aziende radio televisive che fanno profitti da miliardi di euro , delle grandi fusioni bancarie, delle imprese capaci di sfidare monopoli e di fare shopping all’estero, di aziende con bilanci da capogiro, dei grandi luminari, dei grandi maghi del bisturi, dei grandi dentisti, degli studi legali miliardari e delle corporazioni dei notai e farmacisti, in questo paese di bengodi ci siano soltanto ricchi a “reddito fisso”.


Par quasi di sentire le lamentazioni di coloro che negli ultimi cinque anni avrebbero dovuto vigilare: “non c’è attenta sorveglianza che sia in grado di scoprire dove si annida questa evasione, che peraltro agli occhi di noi profani, di solito, si manifesta e circola a viso scoperto sulle auto di lusso, e acquista di tutto e di più sotto gli occhi di noi tutte­-tutti.


Sarà forse la consapevolezza della grande difficoltà ad indagare ciò che salta agli occhi che molti spiriti sensibili al cambiamento si sono ribellati quando il Ministro, che intende “guardare dentro l’evasione”, ha deciso di non distogliere più lo sguardo e di cambiare la testa della Guardia di Finanza che di questa enorme, ingombrante, evasione sembrava ignorare ogni aspetto?

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