LAVORO: le tutele arginano la precarietà

Lo dimostrano anche i dati diffusi il 13 novembre dal Ministro per il Lavoro Cesare Damiano, dai quali risulta che nel 2006 i lavoratori con contratto a termine erano 2.719.000, senza contare le collaborazioni e le prestazioni occasionali. Il rischio di una mancata rappresentanza dei precari nel sindacato è ammesso anche da Giuseppe Acocella, vicepresidente Cnel (Consiglio nazionale dell"economia e del lavoro) e denuncia “un orizzonte etico e politico che nega la rappresentanza del lavoro”. Più di un quarto di chi viene assunto per la prima volta con un contratto di collaborazione, infatti, non riesce a inserirsi in un posto lavorativo stabile, mentre il 36,2% dei giovani, dopo 3 anni dal primo contratto, lavora ancora a tempo determinato. Per le donne lavoratrici il problema sembra essere sempre quello della conciliazione dei tempi del lavoro coi tempi della vita, anche se questa è davvero solo la punta dell’iceberg. Il vero obiettivo, evidenziano i lavori del convegno, deve essere quello di una “riforma organica” degli ammortizzatori sociali insieme all’estensione a tutti i lavoratori del sostegno al reddito nei periodi di intermittenza lavorativa. (Fonte Redattore Sociale)

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