UE: la Commissione Diritti della Donna e Parità di genere difende il proprio statuto

I coordinatori dei Gruppi politici e la Presidente della Commissione Donne rifiutano quindi le opzioni proposte. E, in sostanza, ribadiscono quanto in più lettere hanno richiesto già lo scorso anno al Presidente Pöttering e al Presidente della Conferenza dei Presidenti delle Commissioni: mantenere lo statuto di Commissione neutralizzata. Ciò significa che un membro titolare nella Commissione Donne può essere membro titolare anche in una seconda Commissione e Supplente ancora in una terza. Con forte possibilità di promozione e coordinazione del gender mainstreaming nei lavori di altre commissioni e delegazioni quale effetto demoltiplicatore. Il terzo (importante) punto sollevato concerne il campo dell’Occupazione e gli Affari sociali nel quale la Commissione Donne deve conservare le sue responsabilità in materia di parità donne/uomini. E’ dunque necessario definire con più chiarezza le rispettive competenze con la Comissione Occupazione. Il quarto punto riguarda la salvaguardia dei compiti essenziali della Commissione Donne: dalla lotta contro la violenza verso donne e minori, alla promozione delle donne nel processo decisionale. Va qui ricordato che la Commissione per i Diritti della Donna, costituita nel 1981, ha svolto un ruolo motore nel promuovere le Pari Opportunità nell’Unione europea e dato maggiore visibilità sul piano internazionale alla questione dei diritti delle donne. Ridurre le competenze della Commissione Donne del PE sarebbe un segnale disastroso per i 250 milioni di cittadine europee, con alle porte le Elezioni nei giorni 6-7 del prossimo mese di giugno.

Marisa Giuliani (Bruxelles, 18-19 febbraio 2009)

 

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