A Palermo "passi" di legalità

Non starò a raccontarvi la cronaca di un giorno in cui Palermo si ferma per il solito simbolico percorso dei 2 cortei che si snodano dall'aula bunker e da via D'Amelio per ricongiungersi in un abbraccio ideale di fronte all'albero Falcone. No, questo lo avrete letto e sentito tante volte negli ultimi 17 anni. Qui troverete, invece, le emozioni della strada, quelle sentite lì, in mezzo alla gente, tutti compatti. Un branco, ecco cosa eravamo: Giovanni e Paolo (come spesso sono stati invocati) avrebbero voluto e amato questo “buon branco”, forte e unito, che marciava contro la mafia in un pomeriggio caldissimo accompagnata da una pioggia d'acqua che gli studenti lanciano con le bottigliette: quasi una festa...


La partecipazione è corale: è come un inno che cresce. Da un autorimorchio alcuni ragazzi, recitano slogan contro la mafia, ricordano eroi dei nostri giorni, cantano. Un ragazzo che parla il linguaggio dei segni traduce parole, canzoni, persino il ritmo della musica. Emozionante a vedersi, trascina e coinvolge.


Giunti all'albero Falcone parole e canti si dissolvono in un silenzio rispettoso e autentico, mentre sul palco, oltre alle autorità di rito, salgono i giovani del corteo “Insieme per non dimenticare”, il nostro traduttore speciale ed altri amici, alcuni noti come Ficarra e Picone, altri meno noti come i bambini di “Addiopizzo”. Ma tutti hanno voluto esserci per dare il proprio contributo, anche con la semplice partecipazione.


Si sono recitate poesie: tra tutte una in particolare parlava del vento, invocato per accorrere a ripulire tutte le sporcizie della mafia, “....ma se non arriverà, allora soffieremo noi, noi tutti, e soffieremo forte....”.Tra i sentimenti di commozione e gratitudine, i soliti noti hanno cercato di turbare la commemorazione rispettosa di Falcone, approfittandone per perseguire scopi politici, fare rivendicazioni personali, ma no, non è stato permesso. La ricorrenza era troppo sacra; quello che si sentiva era solo amore per i gesti e i sacrifici di questi nostri eroi.


Chi è oggi qui ha fatto una scelta:non faccia più un passo indietro!” questa la frase che mi ha più colpita. Cosa dispiace? Che la gente non comprenda abbastanza la necessità di scendere in piazza. Che non si abbia coraggio sufficiente per mettere in mostra le proprie facce. Che a molti sembri ormai inutile, dopo tanti anni, manifestare. E' vero e duole dirlo, che assieme alla gente comune, c'è chi scende in piazza “per farsi vedere”, ma accade ormai in qualunque manifestazione. Allora, a maggior ragione, uscite di casa, palermitani, e fate capire che Palermo non è sinonimo di mafia, ma di gente sana! Essere in tanti è un segnale: decreta un successo, come un concerto al quale hanno partecipato moltissime persone. Solo così si potrà creare un muro solido al di là del quale nessuna mafia potrà passare e saranno questi i passi importanti, come quelli fatti per giungere all'albero Falcone:1,2,3,4,5,10,100 passi!!!

 

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