Non osate fare… giornalismo

Il film si è avvalso anche delle intercettazioni telefoniche desecretate da alcune procure e, naturalmente, delle registrazioni fatte da Patrizia D’Addario a Palazzo Grazioli e di altri dialoghi telefonici finora non resi noti dal circuito informativo. “Le dame e il Cavaliere” -ovviamente- non è un film di gossip, ma un documentario-inchiesta cui si assiste con emozione. Guardandolo si capiscono meglio – come nel bellissimo e inimitabile “Draquila” di Sabina Guzzanti - alcuni dei meccanismi nascosti che muovono il potere in questo Paese.

Il grande lavoro svolto per questo ed altri film rischia di divenire vano. Nonostante lo scrupolo degli autori e il parere di un team di avvocati, che hanno giudicato il film del tutto corretto, privo di qualsiasi intento o racconto diffamatorio, c’è il pericolo che questo film non venga diffuso. Cercando di distribuire nei grandi circuiti editoriali e cinematografici “Le dame e il Cavaliere”, si è toccato con mano il grado di illibertà in cui versa l’informazione in questo Paese. A quanto pare, hanno tutti paura: chi per motivi politici, chi economici e chi di dipendenza lavorativa.

Il gruppo di lavoro che ha realizzato il documentario è rimasto solo. Eppure ha deciso di andare avanti, di distribuire il film con le proprie forze, e con quelle di tutte le donne e gli uomini che hanno a cuore la libertà, la democrazia e l’indipendenza dell’informazione in questo Paese.

 

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