Lavoro nero e abusivismo edilizio uccidono

E' infatti al primo posto nel suo settore per gli incidenti sul lavoro. Imprenditori che non investono sulla sicurezza, perché “costa” che impongono tempi di lavoro asfissianti, che non lasciano pausa, che sfruttano e umiliano chi lavora. E in tutti questi anni soltanto una sentenza di condanna per quei poveri morti bruciati vivi a Genova. Gli altri, tutti gli altri responsabili di questi assassinii, quelli che “risparmiano” sui costi e si prendono oltre il lavoro anche la vita, sono liberi e impuniti. Degnamente rappresentati da un governo che garantisce immunità e diritto di sfruttamento, che abolisce come primo atto di governo (ministro Sacconi) la legge che impediva l’obbrobrio delle dimissioni in bianco, il ricatto del padrone riservato alle donne, da firmare al momento dell’assunzione. Donne ridotte a lavotare in condizioni da schiave sono morte insieme, per una misera paga di 4 euro l'ora, con mariti disoccupati e una famiglia da aiutare a sopravvivere. Tina Ceci, 37 anni, Matilde Doronzo, 32, Giovanna Sardaro, 30 anni, Antonella Zaza, 36, insieme a una ragazza di 14 anni, Maria Cinquepalmi

Le parole possono soltanto segnalare oltre la pena tutto l'orrore, i maglistrati accerteranno le cause e le responsabilità, ciò che si chiede a tutte/i noi è la costante attenzione e viglianza perchè le nostre vite non siano mai più affidate a mani assassine ed a governanti inetti, complici di questi misfatti.

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