Indignados: a Roma guerra e pace

ROMA - La giornata degli indignati -dei giustamente indiganti- per la crisi nella quale il mondo è stato precipitato da interessi di parte e mala gestione, partita con un corteo pacifico, termina con la città di Roma messa a ferro e fuoco. Le due anime del corteo che ha cercato di sfilare per le strade di Roma si sono trovare l'un contro l'altra armate. Guerra e pace. Di una giornata che doveva segnare la misura dell'indignazione degli italiani, per un messaggio di forte peso politico al governo italiano, si ricorderanno solo le violenze di pochi che tolgono la parola ai molti. Insanabili contraddizioni. In Piazza San Giovani, ai caroselli dei blindati delle forze armate, centrifughe infernali messe in atto per tenere alla larga le pesone, una parte dei manifestanti risponde con il lancio di sampietrini. Volano da ambo le parti le mazzate. Cariche della polizia con lancio di fumogeni ed idranti. Scene di guerriglia urbana, una sequenza di atti di violenza che si impossessano di una manifestazione pacifica e tolgono la parola al popolo dell'indignazione. Il volto insanguinato di una ragazzina resta indimenticabile. Calano le tenebre sulla capacità di usare la ragione. Voci dal corteo pacifico cercano di trattare con il corteo dei facinorosi, la separazione è ferma e netta e si fa vedere. La condanna della violenza è unanime. Quella dei facinorosi. Quella delle forze dell'ordine. Una violenza che ha strappato a tutti la parola. Nessun comizio, niente esperienze da condividere, nessun incoraggiamento da poter scambiare. Come commentare questa occasione gettata alle ortiche? Infinita è l'indignazione!

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