Rappresentanza del popolo o club massonico?

Una “porta stretta” che obbliga a chinarsi per entrare nel palazzo, consente a pochi di determinare attraverso le segreterie di partito o anche attraverso formule di primarie più o meno aperte e libere, coloro che verranno investiti del potere di rappresentare e guidare il paese per i prossimi 5 anni.

La saggezza delle e dei costituenti, quasi premonitrice, all’articolo 67 della Costituzione  ricorda a tutti e tutte, una volta eletti,  che i Capi, gli Happy Few, possono cercare di usare o piegare, secondo propri interessi l’ansia di cambiamento di un popolo, imponendo astratta  obbedienza, snaturando la spinta innovatrice: è già avvenuto, può sempre succedere. Per questa ragione ogni legislatore /legislatrice assume il proprio mandato in coscienza e lo svolge in maniera libera da dictat e condizionamenti.

L’eletta/o è chiamato a proclamare chiaramente, personalmente ciò che pensa, a svolgere il mandato elettorale senza condizionamenti. La segretezza e l’unanimità si addicono alle sette massoniche non al libero esercizio della democrazia parlamentare.

Si può dunque scegliere, una volta eletti, se entrare dalla “porta stretta” chinandosi di fronte al gran maestro e giurando obbedienza come nella P2 di Gelli, o decidere come Bertoldo della favola e della saggezza popolare,  di entrare nell’arena politica voltando le spalle a chi pretende cervelli unificati e indifferenziati, non in segno di sprezzo, ma mostrando di sapere agire con personale intelligenza e dignità..

Irene Giacobbe

© 2020 www.power-gender.org
Power&Gender Testata giornalistica online Gestione semplificata ai sensi del'Art. 3bis, Legge 103/2012 Direttrice responsabile: Eva Panitteri