Rappresentanza del popolo o club massonico?
Una “porta stretta” che obbliga a chinarsi per entrare nel palazzo, consente a pochi di determinare attraverso le segreterie di partito o anche attraverso formule di primarie più o meno aperte e libere, coloro che verranno investiti del potere di rappresentare e guidare il paese per i prossimi 5 anni.
La saggezza delle e dei costituenti, quasi premonitrice, all’articolo 67 della Costituzione ricorda a tutti e tutte, una volta eletti, che i Capi, gli Happy Few, possono cercare di usare o piegare, secondo propri interessi l’ansia di cambiamento di un popolo, imponendo astratta obbedienza, snaturando la spinta innovatrice: è già avvenuto, può sempre succedere. Per questa ragione ogni legislatore /legislatrice assume il proprio mandato in coscienza e lo svolge in maniera libera da dictat e condizionamenti.
L’eletta/o è chiamato a proclamare chiaramente, personalmente ciò che pensa, a svolgere il mandato elettorale senza condizionamenti. La segretezza e l’unanimità si addicono alle sette massoniche non al libero esercizio della democrazia parlamentare.
Irene Giacobbe