Femminicidio e nuovi negazionismi

Analisi alquanto singolare, quella proposta dall’autore di un articolo semi-negazionista del fenomeno del femminicidio. Sembra dar voce alla posizione di coloro che rispetto a questa piaga si ostinano a non voler comprendere che ANCHE UNA SOLA DONNA AMMAZZATA rappresenta un'emergenza, ed un segnale sociale da non sottovalutare. Quando in un incidente, o attentato, o crollo, perdono la vita più di 2 persone da molti TG e stampa sentiamo gridare alla "strage". Se la perdita di 53 militari in Afghanistan dal 2004 nel corso delle 'missioni di pace' rappresenta un prezzo intollerabile da pagare per il Paese, perché le 100 e più donne morte ammazzate entro i confini della nostra Patria ogni anno, invece no??? Il sospetto qui, è che sul femminicidio un drappello di negazionisti stia serrando le fila. Nella sua lista di "dati seri" raccolti, Facci -OOPS!- dimentica (volutamente vien da pensare) le donne aggredite che seppure non hanno perso la vita (e quindi non rientrano nel conteggio delle crocifisse) delle conseguenze di questa 'non emergenza' ne porteranno i segni addosso per tutta la vita. Anche questa, ovviamente, una quisquilia, vero collega?!

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