Una sentenza di civiltà

ROMA - La Corte Costituzionale, al giro di boa del decimo anno di vita della legge 40/2004, pubblica (oggi) le motivazioni della sentenza dello scorso aprile che ne hanno dichiarato l‘illegittimità incostituzionale in ben 3 articoli e 4 punti, sopratutto nel divieto per le coppie sterili di ricorrere alla fecondazione eterologa che, dunque, viene dichiarato privo di adeguato fondamento costituzionale. La scelta di una coppia in questo senso è da considerarsi infatti "espressione della fondamentale e generale libertà di autodeterminarsi", quindi va rispettata. Così afferma la sentenza 162/2014 della Consulta, che spiega le motivazioni della decisione dello scorso 9 aprile che dichiarava costituzionalmente illegittimo il divieto di fecondazione eterologa imposto dalla legge 40. L’art. 32 della Costituzione sarebbe violato, perché il divieto in esame lederebbe l’integrità psichica e fisica delle coppie con più gravi problemi di sterilità o infertilità. La Legge 40 contiene inoltre  norme che non consentirebbero alle coppie affette da sterilità o infertilità assoluta "il proprio diritto all’identità ed autodeterminazione, espresso dal principio personalistico dell’Art. 2 della Costituzione." Un’ottima sentenza che ripristina, almeno in questi aspetti, in Italia, i principii di uguaglianza e parità.

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