MASCHI ASSASSINI- MADE IN ITALY

FEMMINICIDIO - Roma, 03/02/2016 - Sono Italiani doc, vivono a Brescia, Napoli, Catania. Sono Uomini e hanno commesso tre femminicidi in un solo giorno. Li accomunano la nazionalità italiana e l’odio per le donne, la violenza, la premeditazione e la brutalità. Non hanno bisogno della copertura del  "branco"  per usare violenza fino alla morte, lo sanno fare comodamente da soli e in "famiglia". Come scusa  la "gelosia". La voglia di possesso e il pensiero che vi si cela dietro: la donna è mia e ci faccio quello che mi pare e piace costituisce la molla per arrivare ad uccidere una donna.  

E' sufficiente la richiesta di separazione o di divorzio o la semplice manifestazione di un pensiero diverso per ritrovarsi con le ossa rotte, prese per la gola, accoltellate, schizzate di acido o bruciate vive. L’importazione e l’uso di nuovi sistemi per sfigurare, uccidere, torturare le donne è questa la vera  internazionalizzazione che i maschi violenti acquisiscono senza ritardi. 
 
Ma in che modo la società italiana affronta e condanna questi comportamenti? In Parlamento con il tardivo riconoscimento (1996) dello stupro come reato contro la persona; la magistratura con condanne esigue, quando ci si arriva;  con anni di ritardo rispetto alle violenze, e talvolta con sentenze di cassazione impossibili da credere (sentenza Jeans).

Per la famosa "sicurezza" intorno alla quale si è giocato alla caccia al voto amministrativo - e non solo -  ricordiamo  i violentatori a passeggio per la città e le vittime coperte di ferite e vergogna chiuse in casa; con gli stupratori di gruppo colti in flagrante e lasciati agli arresti domiciliari; con il divieto di parlare ai giovani nelle scuole di educazione sentimentale e di educazione sessuale; con resoconti giornalistici inclini a trovare mille giustificazioni e scusanti alla violenza. 

Scomparsa la Commissione Nazionale per la parità. Cancellata la Ministra e il ministero (senza portafoglio) per occuparsi di parità delle donne, mainstreaming, divieto di discriminazioni, politiche attive contro la violenza. Dimissionaria la Consigliera per le pari opportunità del Presidente del Consiglio (ha pure cambiato Gruppo parlamentare), sembra che la questione VIOLENZA soprattutto contro le donne debba essere ancora una volta terreno per lotte SECURITARIE declinate -queste si- con violenza sul corpo delle donne, contro "gli stranieri" che toccano le "donne nostre" che a discriminarle e umiliarle ci possono continuare a pensare i... malommini italiani.

© 2020 www.power-gender.org
Power&Gender Testata giornalistica online Gestione semplificata ai sensi del'Art. 3bis, Legge 103/2012 Direttrice responsabile: Eva Panitteri