Attentati a Bruxelles:Roma non si fermi in nome della protezione

ROMA - Da Parigi a Roma, l'attacco fa innalzare il livello dei parametri di sicurezza. Il premier francese: "Siamo in guerra". Putin condanna gli "attacchi barbari" di questa mattina nella capitale belga. Riunioni d'emergenza in tutte le capitali. Dopo ogni attentato in Europa, Roma rilancia la chiamata alla massima allerta con relativa accresciuta protezione per i propri “siti sensibili”. Ma se si riuscisse ad eliminare i pericolosi colli di bottiglia che a Roma generano un po’ dappertutto queste azioni protettive, si attuerebbero misure più efficaci. Creare lunghe file di persone, assembramenti, ingorghi, con la gente costretta ad interminabili file, come ad esempio PRIMA dei controlli di sicurezza negli aeroporti, non mette al riparo nessuno da un ipotetico attentatore che volesse agire nell’affollata hall di un altro aeroporto. Creare blocchi con autopattuglie messe di traverso per le strade, magari sotto le case dei diplomatici a Roma, ostacola il traffico e non sembra il massimo della gestione della prevenzione. Bene presidiare le strade ed i luoghi sensibili, bene non farsi chiudere dalla paura nelle case, ma a che pro restringere e rallentare la mobilità delle persone, in una Roma già di per sé sempre congestionata? Se questo crea maggiori assembramenti non si lascia un maggior numero di persone potenzialmente esposte in caso di attentati? Anche in questo senso occorre che la gestione della Capitale faccia una volta per tutte un’accurata riflessione!

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