La Costituzione resta immutata
Roma . Si è concluso con una imponente maggioranza di NO (60%) e una minoranza di SI (40%) il Referendum Costituzionale. Non cambiano le norme che riguardano le competenze delle Regioni; non si trasforma il Senato della Repubblica in Senato delle Regioni; non viene abolito il Cnel; non si semplifica il procedimento legislativo; sia la Camera che il Senato continueranno a "dare la fiducia" al Governo" e potranno con la semplice modifica di un paragrafo rinviare da una Camera ll'altra la stessa legge per anni. Non cambiano le regole sulle leggi di iniziativa popolare, che potranno continuare ad essere presentate , previa raccolta delle firme , ma senza la certezza di essere prese in considerazione, a differenza di quanto previsto nella riforma bocciata. Anche per i referendum non cambia nulla, resta l'alta soglia di firme da raccogliere e la maggioranza dei voti "degli aventi diritto al voto" da raggiungere per un esito positivo. Non si chiariscono i problemi delle litigiose competenze tra Stato e Regioni che hanno portato ad un contenzioso molto rilevante davanti alla Corte costituzionale (oltre 1500 giudizi) a partire dal 2001 , data della revisione Costituzionale di Bassanini , riforma questa che ha di fatto determinato Regioni con cittadini di serie A e regioni con cittadini e diritti di Serie B.