Minori e pubblicità

MINORI - Il terzo rapporto dell’Ossarvatorio sull’immagine dei minori, dal titolo Minori e pubblicità, presentato il 27 marzo a Roma, sollecita la maggiore attenzione etica al mondo del bambino da parte dei media, chiedendo più tutela ed attenzione all’uso dell’immagine dei minori in generale, ed una riforma del messaggio dal mondo della moda e della pubblicità in particolare. Mentre si rileva un vizio nello sviluppo dell’identità delle bambine, effetto diretto di un certo tipo di messaggio pubblicitario, l’UNICEF ammonisce: nel rapporto tra minori e pubblicità «non vi sia solo mercificazione».

 

ROMA - L’Osservatorio sull’immagine dei minori, in collaborazione con UNICEF Italia, ha presentato il III Rapporto annuale Minori e pubblicità. Giunto al terzo anno di attività, l’Osservatorio nasce per tutelare l’immagine dei minori da usi impropri nei media o da parte di operatori della comunicazione e della pubblicità.


Il percorso realizzato attraverso l’osservazione del livello di gradimento, coinvolgimento ed identificazione manifestato dai giovani verso gli spot avvia al tavolo di confronto di Roma, un dialogo tra operatori ed aziende di abbigliamento e moda, responsabili di comunicazione pubblicitaria e media, sino a coinvolgere ricercatori, docenti di psicologia e sociologia. Senza dimenticare l’apporto essenziale di forze politiche e cariche istituzionali insieme ad esperti di diritto e comunicazione.


Nel dibattito seguito alla presentazione dei dati, sono state affrontate tematiche come la costruzione del messaggio pubblicitario ed i suoi target, insieme ai diversi aspetti dell’identificazione dei giovanissimi con il messaggio pubblicitario anche in relazione al genere (bambine e bambini reagiscono ed analizzano diversamente).


Emergono dal confronto la necessità di tutele anche a livello dei nuovi media (un altro modo per dire prevalentemente Internet), di codici di autoregolamentazione, di un’etica della comunicazione e di una deontologia professionale responsabile,che tengano conto di conseguenze ed implicazioni sociali, per segnalare gli interventi verso i quali orientare l’azione politica.


Attraverso un test somministrato in varie scuole d'Italia, l’Osservatorio coinvolge nella ricerca circa 700 studenti preadolescenti (dai 10 ai 12 anni) per uno studio che diventa cartina di tornasole delle relazioni tra minori e pubblicità non solo nel campo della comunicazione, ma anche nella sfera sociale.

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