Donne e disabilità: il “genere” raddoppia la differenza

"Le persone con disabilità vengono considerate persone senza sesso, per questo è importante la questione del genere -dice Luisella Bosisio Fazzi, presidente del Comitato nazionale Disabilità e membro del Disabled People International-. In un mondo costruito per uomini e gestito da uomini, avere una disabilità ed essere anche donne è una doppia discriminazione. Anche le donne con disabilità sono donne ma hanno delle differenze che devono essere considerate, invece quando si parla di persone disabili non si fa questa distinzione, comunque necessaria. C'è una certa invisibilità e la riflessione che facciamo all'interno del movimento femminile sulla doppia discriminazione non è ancora stata recepita. Se andiamo a vedere l'ultimo report per il monitoraggio della Convenzione per l'eliminazione delle discriminazioni contro le donne (Cedaw, ndr), realizzato nel 2004 dal ministero delle Pari opportunità, non si è mai parlato di donne con disabilità che, insieme ai bambini con disabilità, sono considerate dei 'sottogruppi' degli adulti con disabilità, quindi invisibili".

 


 

Non solo: "Per quanto riguarda i temi del lavoro, in Italia non esistono dati aggregati e non si fa differenza tra uomini e donne - prosegue Bosisio Fazzi-, allo stesso modo in tema di minori non si parla mai di donne e questo contribuisce a creare una cultura dell'invisibilità. Ci sono anche famiglie che investono di più su un maschio con disabilità che non su una femmina: non esistono dati sui laureati, ma credo che se ce ne fossero troveremmo delle sorprese".

(Fonte: Redattore Sociale)

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