Il Bilancio di genere al forum della Pubblica Amministrazione

"Bisogna pensare -prosegue Linguiti - ad  una valutazione dell’impatto di queste  politiche su entrambe le componenti maschile e femminile nella comunità, avviare  studi sulle asimmetrie di sesso  e promuovere ovunque, lo suggeriremmo anche al privato, il  bilancio di genere. Il bilancio di genere è infatti  uno strumento importante, che non solo permette di indirizzare meglio la spesa pubblica definendo precisamente i bisogni dei suoi destinatari, ma evita lo spreco di risorse che si realizza, sempre, quando non sono definiti precisamente e differenziati i bisogni della comunità. Una scelta, inoltre, che è l’unica che ci consenta di  attivare un percorso reale di democrazia nel nostro paese, non a caso  già ampiamente raccomandata dalla IV Conferenza Mondiale sulle Donne di Pechino del 1995”.

Per la Sottosegretaria il  modello di leadership che siamo costretti ancora ad agire e subire non è adeguato alle sfide che ci aspettano  e “vanno pensati con urgenza modelli organizzativi del lavoro che mettano al centro criteri qualitativi e non quantitativi del lavoro, criteri questi ultimi che penalizzano evidentemente le donne. Fino a quando non riconosceremo  al lavoro di cura una funzione sociale e dunque penseremo di organizzare anche in base alla centralità di questa funzione  i tempi di lavoro, sarà impossibile una vera  conciliazione. Tutto questo ci parla ancora di modelli identitari maschile e femminile che non sembrano minimamente scalfiti, nonostante i cambiamenti enormi nel rapporto fra i sessi degli ultimi anni. Modelli che non sono affatto ‘naturali’, né quello che informa il rapporto fra i sessi né quello che si ripropone, duplicandosi, nel ruolo genitoriale; modelli prodotti da rapporti di forza nati all’interno di contesti storici ben precisi che non possiamo pensare di riproporre ‘naturaliter’ guardando al passato”.

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