Bologna con gli immigrati, contro il lavoro nero

Non solo il permesso di soggiorno, ma anche la "protezione sociale” e la possibilità di un'occupazione regolare per gli immigrati costretti a lavorare in nero. Sempre se decidono di denunciare i “caporali” che li sfruttano. Il Questore di Bologna, Francesco Cirillo, ha annunciato che applicherà subito l"ultima circolare Amato del 4 agosto scorso. Finora la protezione sociale prevista dall’art.18 della Legge Turco-Napolitano, con l’avvio di percorsi di formazione e inserimento al lavoro, ha riguardato soprattutto le prostitute “clandestine” che denunciano gli sfruttatori: ma il ministro ora invita ad estenderla ai lavoratori stranieri sottoposti a violenza, estorsione e caporalato.


“Chi collabora alle indagini sul lavoro nero – ha detto Cirillo – avrà il permesso di soggiorno e potrà anche lavorare regolarmente. Mi pare che questa circolare del ministro metta fine ad una sorta di schizofrenia normativa, per la quale chi aiuta a far emergere il lavoro clandestino si ritrova poi condannato a rimanere in quella morsa, perché il permesso di soggiorno 'speciale’ gli consente di rimanere qui, ma non di lavorare in regola”. L’intervento di Amato è un’anticipazione della nuova legge contro lo sfruttamento del lavoro irregolare, un testo già approvato in Senato e ora all’esame della Camera: in sostanza, in attesa del sì parlamentare e visto che d’estate aumenta il fenomeno della manodopera stagionale, il ministro invita gli organi di Polizia ad avvalersi intanto degli strumenti di legge già esistenti. Come appunto l’art.18 della Turco-Napolitano. Il permesso di soggiorno “per motivi di protezione sociale” consente infatti di avviare un programma di assistenza e reinserimento lavorativo per chi denuncia di essere sfruttato e ricattato in quanto “clandestino”.


"A Bologna – ha ricordato il questore Cirillo – già un anno e mezzo fa ci eravamo occupati della questione con il sindaco Cofferati, quando 14 lavoratori extracomunitari dell’Est Europa si rivolsero al Comune per denunciare i loro sfruttatori”. Ora la circolare Amato sembra migliorare ancora le prospettive degli immigrati che vogliono uscire dal ricatto del “sommerso”. “Chi ha subito vessazioni – ha aggiunto il questore – e non ha responsabilità nell’ingresso clandestino suo e di altri nel Paese, non ha nulla da temere”. Ma Roberto Morgantini, responsabile dell’Ufficio stranieri Cgil di Bologna, si mantiene molto prudente. E ricorda che quei 14 immigrati dall’Est citati da Cirillo “sono ancora in attesa di regolarizzazione”. “Con l’ultima circolare Amato – commenta Morgantini - la situazione migliorerà un po’, ma soprattutto per il caporalato nelle campagne. In base all’esperienza degli sportelli immigrazione del sindacato, non basta denunciare il lavoro nero per avere il permesso. E non possiamo esporre gli immigrati al rischio di espulsione nel caso in cui le denunce non vengano accolte”.

(Redattore Sociale)

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