RUSSIA - Anna Politkovskaja una giornalista coraggiosa

Aveva studiato all'università statale di Mosca ed era diventata una delle voci più autorevoli del giornalismo internazionale. Denunciava l’autoritarismo e la corruzione dilaganti in Russia, scrivendo scomode cronache di genocidio, di bombardamenti in centri abitati, di torture e rappresaglie contro la popolazione civile. Denunciava tutte le violenze e le violazioni dei diritti, compresi quelli umani.

 


 

Scriveva, riferendosi alla crisi Cecena, di “un'acuta crisi della civiltà, nella quale tutti i diritti umani, compreso quello all'informazione, sono regolarmente calpestati mentre quasi tutte le voci tacciono.[…] Il silenzio dei miei colleghi e quello della stampa internazionale sta stringendo la guerra in Cecenia in un abbraccio mortale fatto, com’è, solo di disinteresse. Non trovo nessuna giustificazione a questa situazione. Nessuna”.

 


 

Ha scritto un libro pubblicato in Italia da Adelphi, “La Russia di Putin” dove dice di lui: “Putin - figlio del più nefasto tra i servizi segreti del Paese - non ha saputo estirpare il tenente colonnello del KGB che vive in lui, e pertanto insiste nel voler raddrizzare i propri connazionali amanti della libertà. E la soffoca, ogni forma di libertà, come ha sempre fatto nel corso della sua precedente professione”. E prosegue: “La Russia ha già avuto governanti di questa risma. Ed è finita in tragedia. In un bagno di sangue. In guerre civili. Io non voglio che accada di nuovo”.

http://www.adelphi.it/diario/1984/2375/2377/diario.asp

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