Donne medico: “vogliamo parte attiva nei programmi politici”
Il gruppo nato, dalla “progressiva femminilizzazione del mondo della sanità” (nel 1990 le donne medico iscritte erano il 25%, oggi sono il 34,5% : ben 131.052 di cui oltre il 60% al di sotto dei 35 anni) ricorda che “gli Ordini dei Medici sono un organo ausiliario dello stato, impegnati nel governo etico e deontologico della categoria, naturale osservatorio delle professioni sanitarie e delle interazioni con i cittadini”, e chiede ai candidati premier attenzione nel considerarlo “parte attiva nei loro programmi politici” .
“Presentiamo questo richiesta –si legge nell’appello- perché abbiamo competenza e conoscenza nel mondo della salute,siamo abituate a lavorare in rete, mediando problemi e trovando soluzioni e sintesi, pratichiamo la cura come slancio creativo, con una visione organizzativa e gestionale. Siamo in linea con la raccomandazione del Consiglio dei ministri d’Europa del 30 gennaio 2008. CM/rec (2008)1 che dice fra l’altro “..l’obiettivo per produrre uguaglianza, equità e rispetto dei diritti umani per la dignità dell’individuo nell’ambito della salute richiede che gli effetti delle differenze di genere e le loro conseguenze siano prese in considerazione nella pianificazione delle politiche sanitarie, nelle prestazioni sanitarie e nei processi derivanti.”