Amnesty: 60 anni di fallimenti sui diritti umani
Né l'Italia né moltissimi altri paesi del mondo (ne sono stati "richiamati" ben 150) sembrano fare dunque gran bella figura in tema di diritti umani, stando al Rapporto Annuale 2008, presentato il 28 maggio da Amnesty International: l'organizzazione senza mezzi termini chiede ai leaders mondiali di "porgere le proprie scuse per 60 anni di fallimenti e di assumere un nuovo impegno per conseguire miglioramenti concreti in tema di diritti umani."
LEGGI - Per quanto riguarda l'Italia -si legge inoltre nel comunicato stampa- "atti normativi approvati con un approccio affrettato e propagandistico, dichiarazioni discriminatorie e attacchi xenofobi stanno minando seriamente i diritti umani fondamentali delle minoranze presenti nel nostro paese, in una preoccupante linea di continuità nel passaggio da un governo al successivo. Abbassare la soglia dei diritti per specifici gruppi di popolazione, oltre a essere di per sé inaccettabile, comporta una generale erosione dei diritti individuali di ogni persona in Italia. Per contrasto, invece, le istituzioni italiane non sentono l'urgenza, per esempio, di introdurre misure efficaci contro la tortura né di fermare le esportazioni di armi verso paesi in cui vi sono bambini soldato".
ARMI - Nel rapporto 2008 l’Italia viene inoltre menzionata per la disomogeneità delle norme che regolano le esportazioni di armi di piccolo calibro: la preoccupazione riguarda la questione dei bambini soldato nei paesi verso cui partono le nostre esportazioni: Burundi, Ciad, Colombia, Congo, Nepal, Filippine, Uganda, Afghanistan.
VIOLENZA DI GENERE – “In Italia una situazione particolarmente allarmante è quella dei diritti delle donne. Il dato delle violazioni subite dalle donne nel nostro paese è abbastanza preoccupante, soprattutto gli abusi all’interno delle mura domestiche che secondo l’Istat sono la stragrande maggioranza. Anche le vittime di tratta non sono sufficientemente tutelate nel nostro paese”.