Congedo parentale: al vaglio UE nuove norme e miglioramenti
Scritto da Eva Panitteri il . Postato in Numero 50.
Le proposte della Commissione intendono invertire il trend della bassa crescita demografica, considerato che nella UE non si riescono ancora a raggiungere gli obbiettivi di Barcellona del 2002 sui servizi prescolari all'infanzia, fondamentali per l’incremento delle nascite, seppure in combinazione con altri fattori di conciliazione.
La prima proposta, dunque, sul miglioramento del congedo di maternità (aggiornerebbe la direttiva 92/85/CE del 1992), aumenterebbe il periodo minimo di assenza dal lavoro da 14 a 18 settimane, con salario invariato, lasciando però la possibilità agli Stati membri di equipararne il livello a quello del congedo per malattia. Inoltre, alle donne sarebbe lasciata più flessibilità nella gestione del periodo non obbligatorio di assenza, modificando l’obbligo di restare a casa prima della gravidanza, come avviene anche in l'Italia. Con questa proposta crescerebbero le protezioni contro i licenziamenti e per il mantenimento di un livello gerarchico equivalente dopo la maternità. Previsto inoltre il diritto di chiedere orari più flessibili, anche se il datore di lavoro non sarà obbligato ad accettare.
Per le lavoratrici indipendenti, la proposta di Bruxelles al Parlamento Europeo ed governi nazionali rimpiazzerebbe la direttiva 86/613/CE del 1986, prevedendo l'accesso al congedo di maternità su base volontaria. Le due proposte del “pacchetto di aggiornamento” saranno trasmesse al vaglio del Parlamento Europeo, per la discussione nel corso del 2009.