Se il Paese va a destra ed il dialogo non esiste

«Speriamo che in Italia non stia rinascendo il fascismo», è infatti la preoccupazione di queste ore del settimanale cattolico Famiglia Cristiana, che pure nella precedente uscita con l’articolo “Il presidente spazzino nel paese da marciapiede” metteva in guardia sulla necessità di agire in maniera corretta e strutturata per risolvere i veri problemi del paese, senza «"buffonate", che servono solo a riempire pagine di giornali. »


Si alzano i toni, e mai, come nel caso della replica di Carlo Giovanardi (sottosegretario alla presidenza del Consiglio) a Famiglia Cristiana quando sostiene come «di fascista in Italia ci sono solo i vostri toni da manganellatori», diviene evidente che il dialogo al quale il governo spesso invita l’opposizione, in realtà non esiste. Nemmeno con chi come Famiglia Cristiana –scrive Edmondo Berseli su La Repubblica del 15 Agosto- «si colloca rigorosamente nella tradizione cattolica per ciò che riguarda la concezione della famiglia, e su altri temi che attengono al magistero etico della Chiesa. Ma nello stesso tempo […] ha sempre rappresentato un punto di riferimento per il cattolicesimo più aperto e non impaurito dalla modernità».


Il pensiero libero sembra fare paura, così come le menti che lo esercitano apertamente. Se Famiglia Cristiana per 7 volte nei primi 100 giorni di questo governo percorre la strada del confronto, diventa davvero indesiderabilmente comunista, per la precisione “catto-comunista”? Il sospetto di eventuali derive fasciste, dal quale vorremmo tutti essere liberati, si attenuerebbe fortemente se venisse a cadere l’impressione della pretesa che un intero Paese si esprima con la medesima voce: quella dell’obbedienza. Il guanto della “sfida” è lanciato: ai vertici la replica, di fatti e parole, che dimostri l’errore dei “sospettosi”.

 

 

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