Fecondazione assistita: la legge italiana penalizza chi vuole un figlio

Antonio Palagiano, vicepresidente della Società e deputato, chiede "una revisione della legge", mentre dopo i casi di Lazio e Toscana, anche nei tribunali di Bologna, Milano, Firenze e Torino sono stati depositati altri ricorsi d'urgenza contro il divieto di potersi avvalere della diagnosi preimpianto imposto dalla legge 40. Ne hanno dato notizia a margine del convegno gli avvocati che stanno seguendo i ricorsi, per le «nove associazioni di pazienti interessate (Madre provetta, Hera, L'Altra cicogna, Amica cicogna, Unbambino.it, Cerco un bimbo, Cittadinanzattiva, Sos fertilita', Associazione Luca Coscioni), che si fanno carico dei costi per i pazienti, e quattro centri (Sismer, Umr, Cecos, Warm).


''I ricorsi d'urgenza depositati sono in attesa del rinvio alla Corte Costituzionale'', ha detto l'avvocato Maria Paola Costantini, anche a nome dei colleghi Giorgio Muccio, Gianni Baldini, Marilisa D'Amico, Sebastiano Papandrea, Ileana Alesso, Massimo Clara e Filomena Gallo. ''I casi per i quali sono stati presentati i ricorsi -ha aggiunto- riguardano il rischio di impiantare embrioni affetti da gravi malattie ereditarie, come fibrosi cistica e talassemia''. Dei dieci ricorsi, cinque sono depositati a Bologna, tre a Milano, uno a Firenze e uno a Torino» (ANSA).


Il convegno continua nella giornata del 13, affrontando un altro delicatissimo tema: la conservazione della fertilità in uomini e donne. "Ancora oggi, infatti chi sta per sottoporsi a chemioterapia o ad altre terapie aggressive non sa che può congelare gli spermatozoi (per l'uomo), gli ovociti o porzioni di tessuto ovarico (per la donna) e sperare che, dopo la cura, possa ancora avere figli." (LA REPUBBLICA)

 

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