Morte della seconda repubblica

Sull’uso della parola scritta di Pecorella resta memorabile la lettera inviata a Ferruccio De Bortoli allora direttore del Corriere della Sera. Era talmente convincente, anche se non conteneva esplicite accuse né minacce, che De Bortoli si dimise. Oggi l’oggetto dichiarato della trasmissione alla quale partecipavano l’avvocato Pecorella e il senatore Pardi era l’allerta lanciato da Di Pietro a fronte dei metodi da nazismo sempre più aperti e sfacciati messi in atto dal Governo Berlusconi. Metodi apprezzati dal piduista Gelli, autore del piano di sovvertimento delle istituzioni denominato Piano di Rinascita, che Berlusconi, come Gelli stesso ha di recente sostenuto nel corso di una intervista, sta attuando. L’acutezza del ragionamento, l’uso di parole dirette per comunicare fatti, non è gradito a chi vuole mano libera e telespettatori confusi. Il senatore Pardi segnalava che in nessun paese normale la proprietà unica dei mezzi televisivi privati e di quelli pubblici è normale, e che il premier è ben lontano dall’usare con discrezione questo potere, anzi, ne sta facendo un uso politico spropositato, acquistando perfino gli ultimi spezzoni di tv locali per utilizzo a fini elettorali, come sta avvenendo in Sardegna, e Pardi citava il rapporto 100 a 1 tra la presenza mediatica di Berlusconi, che vuole l’elezione del figliolo del proprio commercialista sardo, contro il presidente uscente della regione Sardegna Renato Soru. Restano sullo sfondo i contenuti della discussione teletrasmessa che hanno riguardato le “riforme” della giustizia annunciate dalla maggioranza, ritenute inadeguate perfino da quei parlamentari della stessa maggioranza che almeno in questo caso non sembrano disponibili, tutti i giorni del calendario, a presentarsi in parlamento piegati ad angolo retto e con occhi e orecchie bendati. Ci preme segnalare che il nazifascismo inizia proprio con le minacce, le offese, l’abuso di potere della maggioranza contro l’opposizione, e che l’avvocato Pecorella, deliberatamente, e per farlo comprendere a tutti, ha abbassato la bandiera dello starter per il via di questa terza repubblica in televisione,

Irene Giacobbe

 

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