Stalking: un fenomeno molto diffuso

Essere seguite, pedinate, sommerse da sms e/o mail, molestate con approcci di ogni genere. Anche se non sempre lo stalking si accompagna a comportamenti violenti (non è raro però che si arrivi perfino all'omicidio), le vittime di questi atti persecutori non riescono più a lavorare, ad avere una normale vita sociale, fino a subire gravi danni materiali, psicologici e a volte anche fisici. Tutto quello che è necessario sapere su questa realtà, complementare a quel femminicidio che in un anno fa registrare, solo in Italia, più di cento donne ammazzate (gli ultimi dati ufficiali ne hanno contate 112) è ora raccontato in un libro curato dal Forum-Associazione delle donne giuriste, Stalking e violenza alle donne, (Franco Angeli editore) nel quale avvocate, magistrate, criminologhe e giornaliste analizzano a fondo il fenomeno con analisi comparate e secondo un diverso punto di vista.

Il risultato è un quadro completo in cui viene descritto l'identikit della vittima e dello stalker, sono declinati la pericolosità e il rischio che questo fenomeno comporta, ed è fornita la rete completa delle legislazioni in vigore negli altri paesi nonché gli effetti delle norme di casa nostra. Non manca, infine, qualche consiglio pratico su come difendersi nella sventurata eventualità di diventare oggetto di stalking. Maria Grazia Scacchetti, fra le curatrici del libro, avvocato e professore associato di Diritto Romano alla facoltà di Giurisprudenza dell'Università degli studi di Modena e di Reggio Emilia, è il vicepresidente del Forum-Associazione Donne Giuriste.


Stalking, quante sono le vittime in Italia?

"La stragrande maggioranza delle vittime di stalking sono donne. E gli unici dati ufficiali disponibili sono quelli che derivano dall'Indagine sulla sicurezza delle donne condotta dall'Istat nel 2006. La ricerca, (compiuta su un campione costituito da 25.000 donne di età compresa tra i 16 ed i 70 anni) ha misurato la violenza fisica, sessuale e psicologica, nonché i maltrattamenti contro le donne, dentro e fuori la famiglia. Ed è stato rilevato che c'è stato stalking su ben 2 milioni e 77 mila donne al momento della separazione, pari al 18,8% del totale. E' inoltre emerso che il 48,8% delle donne vittime di violenza fisica o sessuale ad opera di un ex partner, ha subìto anche comportamenti persecutori".

La legge tutela le donne da questo tipo di violenze?

"Solo recentemente lo stalking è diventato un reato anche in Italia, con un decreto legge entrato in vigore il 25 febbraio 2009. Si tratta quindi di norme provvisorie che dovranno essere convertite in legge dal Parlamento entro 60 giorni, pena la loro decadenza. Il merito del decreto è però aver finalmente introdotto nel Codice Penale il reato di stalking, o atti persecutori. Una conquista importante in quanto, prima della sua entrata in vigore, la vittima di stalking poteva essere tutelata penalmente soltanto se tali atti concretizzavano altre fattispecie criminose, quali, ad esempio la violenza privata, la minaccia o le molestie in luogo pubblico, o col mezzo del telefono. Mentre gli atti persecutori che concretizzano lo stalking consistono per lo più in comportamenti (appostamenti, corteggiamenti, e-mails etc.) che esulano da quelli previsti. In Europa sono 8 i paesi che hanno una normativa specifica diretta a punire i comportamenti di stalking (Austria, Belgio, Danimarca, Olanda, Germania, Irlanda, Malta, Regno Unito). Non sempre si tratta di una norma ad hoc e, a volte, lo stalking viene punito facendo ricorso a norme più ampie. Nei restanti paesi europei lo stalking è perseguibile solo se il comportamento che lo costituisce rientra in una delle fattispecie di reato già esistenti. Alcune leggi, in ambito europeo, prevedono anche la possibilità di adottare ordini di protezione".

Lei è un avvocato specializzato in diritti delle persone e della famiglia. Sulla base dell'esperienza, quali consigli si sente di dare alle donne vittime di stalking?

"Non esiste un'unica e specifica strategia per affrontare lo stalker. Ogni donna deve individuare gli strumenti più adatti a risolvere la propria particolare situazione, secondo la valutazione del rischio individuale e considerando le risorse che provengono dalle organizzazioni, dai gruppi e dai centri di assistenza alle vittime. Spesso è necessario sperimentare più strategie sino ad individuare quella più adatta al caso personale. L'esperienza maturata dal Modena Group on Stalking, gruppo multidisciplinare costituitosi nel 2003 con l'obiettivo di approfondire anche i percorsi di aiuto per le donne vittime di stalking, ha individuato alcune regole base che, nella pratica, si sono dimostrate efficaci. Eccole. La vittima deve spiegare una sola volta allo stalker che non vuole avere alcuna relazione con lui e non deve mai rispondere alle sue chiamate, né rispedire eventuali lettere o regali ricevuti. Tali gesti potrebbero, infatti, essere interpretati dallo stalker come richieste di contatto. Bisogna poi evitare i luoghi frequentati dallo stalker e conservare le prove di ogni contatto avuto con lui (lettere, e-mail, bigliettini, etc.) documentando, ove possibile, ogni forma di comunicazione su un diario personale o su un'agenda. E' necessario, infine, procurarsi un secondo numero telefonico solo per gli amici stretti e i parenti, lasciare il vecchio numero collegato ad una segreteria telefonica e registrare tutti i messaggi dello stalker. Tutti questi elementi potrebbero essere fondamentali ai fini di eventuali indagini e per supportare un eventuale processo contro il persecutore. Le vittime di stalking devono inoltre informarne le persone che hanno accanto (familiari, amici, colleghi, etc.) e ricorrere alle diverse agenzie di aiuto, quali l'autorità di polizia locale, gli avvocati e le associazioni che forniscono supporto psicologico alle vittime".



Forum-Associazione donne giuriste
Stalking e violenza alle donne
Franco Angeli criminologia
Pag 238, euro 25


 

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