Stupro: L'Italia senza legge e senza vergogna

ROMA - Nelle ore in cui il paese cerca di rendersi presentabile all'Europa proponendo una democratica ora di religione islamica facoltativa nelle scuole, e nelle ore in cui le firme di adesione all'appello di Repubblica per sensibilizzare al rispetto della dignità delle donne raggiungono una quota vicina alle 100mila, il reato di stupro di gruppo agito da 8 cosiddetti "bravi ragazzi" ai danni di una sedicenne, viene di fatto sminuito nella sua gravità e minimizzato negli effetti (anche sulla vittima) da una sentenza del giudice del tribunale dei minorenni di Roma che decide che il processo sarà sospeso ed i violentatori per 2 anni e 4 mesi "messi in prova": il branco degli 8 violentatori, che non è mai stato in galera, ma a casa ai domiciliari, adesso sarà "affidato" ai servizi sociali affinchè questi accertino che i ragazzi siano effettivamente pentiti e dispiaciuti. Il tribunale, così agendo, si accorge, di fatto, di aprire la strada al chiaro segnale che i maschi (minorenni) che un giorno volessero divertirsi a stuprare una compagna di scuola, una amichetta o semplicemente una ragazza carina vista per strada, potranno farlo uscendone pressochè impuniti, perchè la legge lo consentirà loro a patto che recitino e sottoscrivano la formuletta della contrizione? Sollecitiamo urgentemente, ed a gran voce, una profonda riflessione della politica e delle istituzioni, affinchè reati come questo, avvenuto una sera di 2 anni fa in una pineta a Montalto di Castro, non siano fatti percepire al paese ed ai giovani che li commettono, come semplici episodi di leggerezza o piccoli errori di gioventù. Perchè lo stupro, per la donna che lo subisce, ha la stessa valenza e la stessa violenza di un omicidio, devasta il corpo e ti uccide l'anima, e sarebbe ora che lo riconoscesse anche la nostra società che si vanta (e speriamo non si millanta) grandemente civile e di forte tradizione cattolica.

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