Pubblicità D&G: la violenza perchè?

Amnesty, dalla sezione italiana dichiara che questa immagine pubblicitaria "rischia di rappresentare un'apologia dell'uso della violenza nei confronti delle donne, ed è un contributo inaccettabile dei due stilisti alla vigilia della giornata internazionale della donna". In altre parole incita alla violenza. Dal 2004 Amnesty promuove la campagna mondiale "Mai più violenza sulle donne", per combattere un fenomeno, come segnala il portavoce Riccardo Noury, "da cui L'italia non è affatto immune, come denunciato dall'ultimo rapporto Istat".

La Filtea-CGIL, attraverso la Segretaria generale Valeria Fedeli, ventila ipotesi di boicottaggio degli acquisti dei prodotti degli stilisti in occasione dell'8 marzo se non si scuseranno con tutte le donne, e se la pubblicità non verrà ritirata. "E' istigazione allo stupro" scrivono 13 senatori al Giurì per l'autodispiplina pubblicitaria. (Corriere)

La domanda sorge allora spontanea: possibile che non si riesca a vendere prodotti o abiti senza inneggiare alla violenza, solleticare continuamente con richiami ambigui o a sfondo sessuale, sensa sessualizzare le adolescenti, senza usare i bambini come strumento di seduzione?

E' chiaro che da qualche parte stiamo sbagliando. Urge una riflessione a tutti i livelli, tutti chiamati in causa, nessuno speri di tirarsene fuori. Lo dimostrano i fatti di cronaca: gruppi di adolescenti stuprano in branco compagne di scuola, filmano le proprie "imprese" con i telefonini. C'è chi agisce e chi assiste passivo o incitando (come nella pubblicità incriminata), c'è chi se ne vanta in giro, chi immette i filmati in rete. I genitori che minimizzano...

Una stupidità infinita. Una immaturità ancora peggiore. Una mancanza di coscienza, e conoscenza estrememente grave. La violenza si fa gratuita, agita e quasi nata per noia. Eppure sono reati veri, si tratta di violenze, sequestri, sopraffazione e coercizione. Atti che comportano conseguenze sul piano penale. E allora: perchè?

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