Aiuti all'Afghanistan: assicurarli alle donne

«Sette delegate della società civile, in rappresentanza di 80 organizzazioni umanitarie guidate da donne, dalla conferenza di Londra lanciano l’allarme: “Solo il 5% va ai progetti per le donne”. L’attivista Orzala Nemat: “Non ci sono scuse per l’Italia e per gli altri governi europei che hanno firmato i trattati internazionali. Devono rispettare i fondamentali diritti umani e dare sostegno ai minori afghani soli”.» (Redattore Sociale)

 

La proposta dunque, è di destinare ufficialmente il 25% dei fondi che arrivano a Kabul per migliorare la condizione femminile. Se la comunità internazionale ha impegni per 140 milioni di dollari per il primo anno per il piano di transizione in Afghanistan, come  annunciato dal ministro degli Esteri britannico David Miliband, al termine della conferenza, e dato che il presidente Karzai in un'intervista alla Bbc spiega che l'Afghanistan avrà bisogno del sostegno internazionale per i prossimi 15 anni almeno, diventa importantissimo che le risorse economiche non lascino indietro quella parte della società al momento oggettivamente più debole, rappresentata dalle donne e dai bambini.

 

Oxfam, Actionaid, Afghanaid, Care Afghanistan, Christian Aid, Trocaire, Concern e il Consiglio norvegese per i rifugiati (Nrc), firmatarie del documento invitano i circa 60 Paesi che hanno preso parte alla conferenza di Londra a "ripensare l'approccio militare agli aiuti e a concentrare i loro sforzi su una strategia di aiuti a lungo termine basata sulla soddisfazione dei bisogni reali degli afghani".

 

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