Le aziende italiane sempre meno italiane

LAVORO - La OMSA, nota produttrice di calze del gruppo Golden Lady, chiude lo stabilimento italiano a Faenza. Come spesso accade nel settore tessile, ad andare a casa sono sopratutto le donne:  350 persone impiegate, e quasi tutte sono lavoratrici. La produzione è stata spostata in Serbia. Delocalizzazione, dove la mano d’opera costa 300 euro al mese e le tutele sindacali sono pressoché inesistenti. Sebbene OMSA sia stata toccata poco dalla crisi, Nerino Grassi, imprenditore a capo del gruppo Golden Lady, ha deciso di trasferire la produzione in Serbia e di mantenere l’Italia solo come magazzino. Dallo scorso 11 gennaio, giorno in cui è stata annunciata la cassa integrazione a zero ore e la prossima chiusura della fabbrica, le dipendenti dell’azienda hanno formato un presidio stabile, 24 ore su 24, davanti ai cancelli di ingresso, per assicurarsi che niente venga portato fuori dallo stabilimento. Leggi l'approfondimento.

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