Elezioni: caos o rispetto delle regole?

«Nel Lazio il rappresentante del Pdl è arrivato dopo la scadenza delle 12 fissata per la presentazione delle liste. Era entrato prima, ma poi si è assentato, per poi tornare quando ormai la scadenza era passata. Le cronache dei giornali dicono che "ha lasciato l'edificio del Tribunale forse per andare a mangiare un panino o, forse, per cancellare qualche nome dalle liste che stava per presentare su indicazioni, pare, venute molto dall'alto". Lui fornisce versioni contrastanti a distanza di pochi minuti. Il militante radicale Diego Sabatinelli ha chiesto il rispetto dei termini di legge ed ora lo accusano di essere stato un “violento antidemocratico”.

In Lombardia Marco Cappato ha presentato un ricorso per l'irregolarità nella raccolta delle firme sul listino del candidato presidente Formigoni "Per la Lombardia". A seguito della denuncia radicale, la Corte d'appello del Tribunale di Milano ha riscontrato l'irregolare autenticazione di 514 firme. Il listino di Formigoni senza quelle firme non raggiunge il numero di sottoscrizioni richieste, e per il sistema elettorale regionale il candidato presidente e le liste collegate non possono candidarsi alle elezioni. Prevediamo che ci saranno altri “casi Formigoni”: nelle prossime ore effettueremo in tutta Italia gli accessi agli atti per controllare le liste presentate.»

Cosa succederebbe se il peso 'specifico' del PDL venisse fatto valere a scapito delle regole condivise e le liste escluse per il mancato rispetto delle regole stabilite venissero riammesse? I vizi e le distorsioni del sistema elettorale potranno ancora avere la meglio sulla legalità? O si coglierà l'occasione fornita da questi accadimenti per avviare un confronto serio sui passi necessari per riportare legalità, parità e processi democratici anche nel campo elettorale?

 

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