Immagine delle donne in tv
Durante il dibattito si è parlato di quella che si può definire l’anomalia italiana rispetto alla rappresentazione femminile: molti paesi europei si sono attivati nel creare di codici di autoregolamentazione e varie iniziative sulla questione mentre da noi tutto tace. Ed è per questo che la consulta si è attivata per fare un’analisi sistemica che partisse proprio dai contenuti della Rai. Citando il blog articolo 21: «La Consulta Femminile per la Pari Opportunità della Regione Lazio, con il Gruppo 7 Informazione Comunicazione Pluralismo, ha prodotto un’accurata analisi su quanto il nostro paese sia deficitario proprio nell’applicazione delle politiche dell’Unione europea e dell’Onu in tema di immagine delle donne in tv, politiche che pure ha più volte sottoscritto nel corso degli ultimi venti anni. A seguito della recente legge di riforma della Consulta stessa, che le assegna responsabilità di analisi e proposta di genere, l’analisi è stata focalizzata sulla RAI Radiotelevisione Italiana, azienda di servizio pubblico, mission che costituisce la peculiare specificità della principale agenzia informativa italiana. L’approccio operativo ha privilegiato la raccolta, analisi e trasmissione di più dati, al fine di offrire alla sfera decisionale parlamentare e dell’informazione una rassegna il più possibile completa, articolata ed utile di documenti istituzionali, punti di vista, produzione intellettuale, memoria, azioni positive della società civile. La proposta è un lavoro in rete tra soggetti protagonisti della questione "Donne e Media" finalizzato alla costituzione di un "Osservatorio gender e media" quale naturale sede di confronto plurale.»