La Turchia faccia un passo indietro

Come era ovvio aspettarsi di fronte a posizioni reazionarie, la società civile è scesa in piazza, organizzando manifestazioni in tutto il paese, mentre all'interno del governo -e meno male!- si registrano alcuni dissensi, anche a seguito delle posizioni assunte al riguardo dal Consiglio d'Europa, dalle Nazioni Unite e da alcune associazioni per i Diritti Umani come Amnesty International e Human Rights Watch. La posizione di Amnesty infatti è per i diritti umani delle donne, che devono vivere libere dalla paura, dalla violenza e dalle coercizioni quando affrontano le conseguenze dello stupro e di altre violazioni dei diritti umani. L’aborto è stato legalizzato in Turchia solo nel 1983: fare oggi un passo indietro, come segnala anche l’organizzazione mondiale per la salute (WHO) significherebbe costringere all’illegalità le donne, che comunque continueranno ad abortire, esponendole inoltre a pesanti rischi per la salute e per la propria vita. Ma al governo poco sembra importare.

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