Novità da Strasburgo sulla Legge 40

 

La legge italiana sulla fecondazione assistita è incoerente e viola l'articolo 8 della Convenzione europea dei diritti dell'uomo: lo stabilisce una sentenza della Corte Europea dei diritti dell'Uomo di Strasburgo. L’analisi infatti ha rilevato l'«incoerenza del sistema legislativo italiano» che «da una parte priva i richiedenti dell'accesso alla diagnosi genetica pre-impianto» e «d'altra parte li autorizza a una interruzione di gravidanza se il feto risulta afflitto da quella stessa patologia». La Corte ne conclude che «l'ingerenza nel diritto dei richiedenti al rispetto della loro vita privata e familiare è quindi sproporzionata». FINALMENTE, ci sembra il caso di dire, anche se sin dall’articolo 1 della legge 40 si capiva che l’intento dei legislatori non voleva regolare, quanto impedire se non totalmente di certo in parte la fecondazione assistita. Nel frattempo abbiamo assistito all’umiliazione delle coppie che volevano seguire determinati percorsi, al quasi totale smantellamento delle strutture pubbliche che la praticavano, all’aumento vertiginoso dei costi, all’esclusione da questa pratica delle coppie meno abbienti, fino al liberatorio turismo riprocreativo, con le coppie in cerca di un figlio in visita in altri paesi UE capaci di offrire soluzioni meno costose e leggi più attente ai diritti ed ai bisogni sia delle donne che delle coppie. Come al solito sui temi etici l’Italia merita zero in condotta!

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