Contro il femminicidio il voto delle donne alle donne


Non, dunque, l’agenda sicurezza usata a fini personali per questioni di comodo, ovvero quella che strumentalizza l’uccisione di una donna (come avvenne a Roma nel 2007 per il delitto Reggiani, cui si reagì mettendo in bella mostra inutili presidi di militari alle fermate di treni e metropolitane), ma quella vera, fatta di applicazione delle leggi che già esistono, di rafforzamento delle strutture che danno ascolto e sostegno psicologico e prestano rifugio alle donne che per salvarsi la vita si devono allontanare di corsa dalla propria casa senza poter prender con sé niente, se non i figli, quelle che li hanno.


Un’agenda sicurezza, insomma, realmente pensata per le donne. Fatta di vera attenzione, e non per raccogliere facili consensi sull’onda dell’emotività. Fatta di vero inasprimento delle pene, e che preveda il riconoscimento della gravità dei reati di stupro, e femminicidio quali gravissimi, e per questo perseguibili senza possibilità di sconti, né di agevolazioni domestiche o domiciliari. Anche perché le donne che subiscono violenza non si trovano mai vittime di raptus isolati, ma di lunghi periodi di vessazioni, che avvengono spessissimo tra le mura di casa e che durano anche per anni. A breve si voterà, quindi pensiamoci bene tutte, noi donne, dato che siamo la maggioranza dell’elettorato di questo paese: votare una donna può veramente fare la differenza e, in prospettiva, diventare la giusta causa che, tra gli effetti di un domani che si auspica non troppo lontano, salverà più di qualche vita!

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