A Roma un forum sui diritti

Ma si parlerà anche di immigrazione e “Criminalità organizzata e diritti negati dei migranti” perché «forte è il tentativo della criminalità organizzata di condizionare non solo le rotte dei flussi migratori ma anche la loro accoglienza e soprattutto le opportunità di lavoro in special modo nella filiera agroalimentare». Lo smuggling e il trafficking di esseri umani, è ormai risaputo, sono affari altamente lucrosi per la criminalità che approfitta così dei minori, bambine e bambini, e delle presone in stato di fragilità anche per lo sfruttamento sessuale più becero, che a volte diventa vera e propria riduzione in schiavitù.

Tra gli argomenti si toccherà anche anche il tema delle “discriminazioni istituzionali” diffusissime in un paese che fatica a trovare equilibri possibili di conoscenza, convivenza, integrazione. Altro tema importante, è il “Riconoscimento della dignità e della capacità di autodeterminazione delle donne per l’attuazione della parità sostanziale”, ovvero come contrastare il fenomeno della violenza sulle donne ed elaborare una strategia nazionale capace di contrastare efficacemente il fenomeno della violenza sulle donne «recependo le raccomandazioni della Convenzione di Istambul(2011) e in ottemperanza a quanto previsto dalla legge sul Femminicidio (n.119/2013) che all’art. 5 prevede l’adozione di un “Piano d’azione straordinario contro la violenza sessuale e di genere”.»

Si parlerà anche della “Carta per le Pari Opportunità e l’uguaglianza sul lavoro” del 5 ottobre 2009, una dichiarazione di intenti, sottoscritta volontariamente da imprese di tutte le dimensioni, per la diffusione di una cultura aziendale e di politiche delle risorse umane inclusive, libere da discriminazioni e pregiudizi. Compito non facile, ma come tutti gli altri del resto. Non mancheranno infatti al forum le tematiche inerenti i diritti delle persone LGBT, sfida che nel “contesto italiano presenta numerose criticità, quali la carenza normativa, la permanenza di stereotipi e pregiudizi”, e l’analisi del fenomeno delle discriminazioni di genere e del razzismo in ambito sportivo, dove «il persistere di una cultura omofoba che intende lo sport come l’espressione di un machismo ormai fuori tempo, o, ancora, la discriminazione che continua a colpire le donne che decidono di avviare una carriera sportiva, dimostrano che il cammino da fare è ancora molto.» Sotto tutti gli aspetti.

 

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