CIBO Qualità e legalità distinguono filiere virtuose
AGROALIMENTARE - Sono le lavoratrici ed i lavoratori dell’agricoltura «che più di tutti pagano il conto salato dei prezzi stracciati di conserve e passate sugli scaffali dei supermercati». La grande distribuzione (i supermercati) «da tempo determina il valore» del lavoro degli agricoltori e i compromessi a cui dovranno scendere. Ma il costante ribasso dei prezzi «soffoca i piccoli produttori, mette in difficoltà le aziende di trasformazione e alimenta il circolo vizioso del lavoro nero. Eppure, con qualche centesimo in più e leggi ad hoc si potrebbero garantire i diritti e la legalità.»
Pagare il giusto è una buona pratica già adottata dal siciliano Salvatore Cutrera* che a Chiaromonte Gulfi produce olio extravergine di qualità: “riconoscere ai coltivatori un prezzo per le olive maggiore di quello previsto dal mercato locale, significa per me pagare quel lavoro solo il giusto” garantendo così la qualità del prodotto e “la soddisfazione del coltivatore”. Insomma, le alternative non mancano: filiera corta, tutele per lavoratrici e lavoratori, scelte di produzione e acquisto più etiche: è l'economia circolare.
QUI la straordinaria indagine di Chiara Nardinocchi su Repubblica.it
*Da “Il Raccolto dei Racconti” - Cinquesensi editore
[Crediti: Foto di Eva Panitteri]