SALUTE Glifosato ancora sotto accusa

SALUTE - Il glifosato, controverso diserbante ed acceleratore di maturazione prodotto dalla multinazionale Monsanto è stato di recente riscontrato anche nel Nescafè. Colpa di bacche di provenienza brasiliana ed indonesiana, afferma Nestlè, proprietaria del marchio.

Assodato che “oltre il 97 per cento dei prodotti alimentari commercializzati nel nostro continente ne contiene residui(Senato 6/3/2019) e che il glifosato, “prodotto nocivo”, contamina anche thè, frutta e moltissimi altri prodotti come cereali, farine e la pasta fatta con grani importati da Usa, Canada, Europa dell’Est, è impossibile non prestare attenzione agli studi che lo classificano come “probabile cancerogeno” e (co)responsabile di diverse patologie come Alzheimer, SLA e Parkinson, ma anche diabete, obesità, asma, come denunciano da anni addetti ai lavori, giornalisti specializzati e attivisti di AVAAZ.

La sua pericolosità ad oggi è confermata da due studi: quello del MIT del 2016 a cura dei ricercatori Anthony Samsel e Stephanie Seneff “Glyphosate pathways to modern disease V e quello della Washington State University pubblicato ad aprile 2019 su Nature condotto su cavie, che rileva “drammatici” picchi nella manifestazione di patologie non tanto negli animali ai quali è stato somministrato ma nella loro prole. Ciononostante, la Commissione europea a dicembre 2017 ha rinnovato per altri 5 anni l'autorizzazione all'immissione del glifosato nell'ambito territoriale UE e l’Italia l’ha recepita. I livelli di tossicità sono ancora oggetto di discussione nel mondo accademico (per l’Italia il limite di legge tarato sugli adulti è 750 microgrammi/kg), meglio quindi di prestare noi per primi/e attenzione ai cibi che portiamo in tavola, scegliendoli preferibilmente da produttori locali, aziende certificate e filiere corte.

[Crediti: Foto di Eva Panitteri]

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