Il 25 novembre della Casa delle Donne di Roma

Tra gli argomenti affrontati, un approfondimento sui temi e sui numeri della violenza contro le donne in Italia che presenta dati preoccupanti ed il finanziamento e la presa in carico della situazione degli orfani a causa di femminicidio; una disamina dei problemi legati alle donne e al lavoro che non c’è e la determinazione ad intervenire contro le molestie sul lavoro anche grazie alla recente approvazione della convenzione OIL; il bisogno di formazione ai “sentimenti” anche per il personale che accoglie le denunce di violenza delle donne ed un bilancio degli esiti dei primi mesi di attuazione del Codice Rosso.

La Giudice De Nicola ha messo in evidenza l’omertà e il silenzio che circondano la violenza in famiglia, paragonando questo silenzio all’omertà “mafiosa”.

Vittoria Tola per l’UDI ha sottolineato come la “resistenza” maschile a prendere in carico le situazioni di violenza che le donne hanno denunciato per anni abbia attraversato tutto il panorama politico e tutti i governi, fino al 1996, anno in cui finalmente la violenza passo da reato contro “la Morale” a retto contro “la persona”. E questo avvenne perché c’era stato a Pechino il grande congresso mondiale delle donne e a Roma per la prima volta 100 donne di tutte le parti politiche in parlamento e tutte consapevoli di cosa significhi lo stupro “per le donne”.

La Ministra Bonetti, molto apprezzata da tutte le donne della Casa Internazionale fin dal suo insediamento e dalla prima intervista nella quale affermò che “il DDL Pillon “era chiuso in un cassetto e li sarebbe rimasto” ha illustrato i provvedimenti già adottati e l’impegno per il futuro.

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