Xenia, il vino dell'accoglienza

VINO & SOCIALE - «Questa è una storia bella che più bella non si può. C’è un vino, prodotto da una cooperativa sociale dove lavorano insieme disabili e non, migranti e rifugiati, donne e uomini, teste e braccia che da più di quarant’anni fanno economia sostenibile dando dignità al lavoro con prodotti biologici di qualità. C’è un’etichetta, realizzata dagli studenti dell’Istituto europeo di design, che racconta l’intreccio tra due mani che si conoscono e si uniscono. Disegnano il senso del nome di quel vino: #Xenia, dal greco “ospitalità per lo straniero”. C’è un’idea, che è anche una possibilità. Quella di rispondere al linguaggio e alla propaganda dell’odio e dei muri con il sapore buono dell’incontro e dell’accoglienza. Per me una traccia di lavoro. Ieri [26/11/2019 ndr] con Agricoltura Capodarco Cooperativa Sociale, Next e ARSIAL abbiamo presentato il nuovo rosso uscito dalle cantine di Capodarco nell’elegante Enoteca Regionale Del Lazio di via Frattina. Abbiamo portato l’agricoltura sociale nel salotto di Roma, ed è stato un successo!» (Facebook @Marta Bonafoni)

Soggetti istituzionali e mondo del sociale tornano nei luoghi del vino a Roma dopo l’incontro "Cibo e agricoltura, terreni di integrazione" del 5 novembre @ Eataly, che li aveva visti incontrarsi per presentare “un’azione pilota per l’avvio di tirocini formativi in favore di beneficiari dello SPRAR” con stage lavorativi presso aziende agricole e della ristorazione. Vino e cibo diventano così, come sottolinea Capodarco “temi dell’accoglienza e della solidarietà verso e con chi vive in condizione di svantaggio” quando “si fondono con un’azione costante, orientata all’inclusione sociale ed all’integrazione lavorativa”.

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