Giuliana De Donno: un’arpista emozionante

L'acustica era molto buona; non volava una mosca nell’aria del salone al primo piano, solo le note incantate che scaturivano dalle abili dita della concertista. In precedenza Patricia Adkins Chiti aveva inquadrato nella storia e nel tempo questo strumento “portatile” legato ai trovadori delle corti europee ed ai contadini della Basilicata, autori questi ultimi di musiche, tramandate “oralmente”, raccolte da Giuliana nella tradizione locale giunta fino a noi, quindi trascritte, ed infine riproposte in un pregevole e amoroso percorso alla ricerca dell’antica tradizione. Ma l’arpa "strumento portatile" ha valicato i confini europei facendosi strada fino alle terre d’america. Lì, si è fatta contaminare dalle musiche di origine india e si è trasformata in meticcia incrociandosi con le sonorità trasportate dalle terre africane. Un’arpa argentina, cilena, venezuelana, , caraibica, per ricordarci ancora una volta che la musica ci appartiene, ci unisce, ci fa felici.

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