Sui mutamenti della scena politica

Lettera invito di Raffaela Lamberti e Nadia Urbinati scritta il 27 luglio 2007
Care Amiche,
certo accade a molte di noi di trovarci davanti a più di un documento e di una richiesta di presa di posizione in vista del modificarsi della scena politica per la formazione di nuovi partiti, movimenti e schieramenti all’interno dell’area di Centro Sinistra. Ciò é parte di una fase di passaggio, che sembra interminabile, verso una riorganizzazione degli attori politici che la crisi della politica degli anni recenti ha lasciato spogliati di legittimitá morale e di credibilitá come mai in questi sessant’anni di vita democratica era accaduto.

L’invito rivolto alle donne a coinvolgersi e la promessa di spazi offerti al 50% in organismi dirigenti o nelle liste per le candidature alle primarie non è usuale. Sembra accadere infatti ciò che, per esempio, non è avvenuto a seguito di tangentopoli e della crisi che ne é seguita. Anche allora il bacino delle donne, come elettrici e come candidate eleggibili, aveva caratteri di maggiore presentabilità di quelli della classe politica al potere; eppure fu complessivamente ignorato. Oggi la situazione sembra rovesciata tanto che pare si guardi alle donne come a portatrici di valori e idee che possono ridare vigore alla politica e favorire una ripresa di fiducia in essa.

Anche l’universo femminile pare animarsi da più parti sia in luoghi che sono tradizionali della politica, come i partiti e la rappresentanza, sia in luoghi che appartengono alle pratiche della presenza personale attiva, come spazi dei femminismi, associazioni, scambi di opinioni tra cittadine. Anche chi mantiene distanza dal processo in atto s’interroga su come possa passare una concezione differente dell’agire pubblico, quella elaborata dal pensiero politico di donne in qualche secolo di storia, e su come possa avervi cittadinanza il significato stesso dell’essere uomo e donna.

Il nostro non è che uno degli inviti che pervengono da donne, un invito alla riflessione ma anche al chiarimento sul ‘che fare’. Noi che scriviamo, abbiamo preso posizione a favore della proposta di Legge di iniziativa popolare sul 50E50, la formula che l’UDI nazionale ha individuato per affermare con chiarezza la formulazione di una “cittadinanza duale”. Una formula acquisita nella consapevolezza della distinzione tra cittadinanza formale o giuridica e cittadinanza materiale o politica. Sappiamo anche che le democrazie sono forme dell’agire che danno voce alla nostra vita concreta di donne e uomini e aprono lo spazio pubblico al nostro giudizio situato che interpreta il bene generale da punti di vista diversi e locali. E’ in quest’ultima dimensione, che é la dimensione politica per eccellenza, quella nella quale idee e agende si formano, che molte donne vogliono essere presenti con un’iniziativa e una voce diversa, non minoritaria.

Anche a proposito del 50E50 non vi è unanimità femminile e unanimità non c’è davanti a chi, donna, decide di giocare la propria storia e il proprio desiderio in una gara aperta di leadership.

Ecco perché, come altre, crediamo che l’obiettivo principale non sia solo quello delle prese di posizione a favore della presenza numerosa di donne o quello di uno schieramento a favore di una candidata, cose che ci vedono comunque favorevoli, ma sia un confronto che entri nel merito con donne che entrano nel merito. Giungere a formulare una piattaforma, un’agenda politica di donne che contribuisca alla definizione del bene comune e di un agire politico democratico condivisibile da uomini e donne ci pare strada da intraprendere.

Vi sono questioni attorno a cui – dalle politiche in ordine ai corpi alle normative che intendono regolarli, dalle nuove forme di povertà alle nuove presenze femminili nel lavoro, dalla presenza nella politica viva a quella nelle istituzioni, dalle disuguaglianze crescenti a nuove forme di giustizia globale, dai conflitti faccia a faccia a quelli delle guerre preventive -, il pensiero, l’esperienza, le pratiche femminili hanno prodotto saperi e azioni volti alla libertà, alla giustizia, alla nonviolenza, alla convivenza.

Non si tratta di pensare un nuovo soggetto politico, molto si è mosso nell’arco degli ultimi tempi e spazi e soggetti nuovi si sono prodotti e si producono accanto ad altri che si mantengono. Piuttosto, si tratta di un libero confronto deliberativo la cui unica garanzia e regola sia quella dell’ascolto e del rispetto delle posizioni di chi vorrà presentarsi al confronto tra concezioni e opzioni simili o diverse. E’ pratica di democrazia praticata che abbiamo affrontato con piacere e costrutto in passato a diversi e più circoscritti livelli, ma che riteniamo possibile per traguardi più ambiziosi.

A noi pare tempo di proposta, di proposte. Ed è questa l’iniziativa che prenderemo a settembre invitando chi vorrà a ragionare con noi.

di Raffaella Lamberti e Nadia Urbinati
Per le adesioni scrivere a: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..

Hanno aderito:

Raffaella Lamberti
Nadia Urbinati
Marianella PB Sclavi
Fernanda Minuz
Marzia Vaccari
Elda Guerra
Federica Fabbiani
Maria Grazia Negrini
Elena del Grosso
Irene Giacobbe
Eva Panitteri
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